Deciderà il tribunale se può continuare a fare il sindaco. Causa: un conflitto di interessi più che evidente: il primo cittadino, attraverso la sua azienda, illumina la città.
Parliamo di Cattolica, una dei luoghi della villeggiatura e delle notti senza fine sulla riviera adriatica e di Piero Cecchini, Pd, titolare dell’azienda Umpi, azienda fornitrice dei servizi di telegestione dell’illuminazione della città.
Il Tribunale di Rimini deciderà il 16 dicembre se ci sono gli estremi per incompatibilità fra la carica di primo cittadino e la somministrazione di servizi o appalti da parte di un imprenditore all’ente che egli stesso amministra.
Ma nel frattempo, a seguito della petizione popolare sottoposta alla magistratura da Pdl e Lega, ha nominato un perito che stabilisca se esista una dipendenza tecnologica del Comune dall’azienda di Cecchini o meno. L’azienda in questione si occupa, nello specifico, di progettare e realizzare sistemi intelligenti basati sulla trasmissione di dati su linea elettrica, mirati alla telegestione degli impianti d’illuminazione esterna e al controllo degli edifici, nel settore pubblico e privato.
Questo ha fatto sollevare l’opposizione, che fa notare come ci sia l’alta probabilità che i per i futuri aggiornamenti del sistema, i componenti non potranno che essere acquistati dall’azienda del sindaco.
Uscito vincente dalla primarie e sostenuto nella candidatura da Rosy Bindi, il sindaco si difende affermando che si tratta di “un mero attacco politico” da parte di chi ha perso le recenti elezioni, in quanto non esiste un rapporto contrattuale diretto tra Comune e azienda.
Sul suo sito, Cecchini dichiara: “credo profondamente in una politica amministrativa che punti sulla trasparenza nella gestione del bene pubblico”, e in effetti la sua attività nello sviluppo della tecnologia e della ricerca, con la nascita dell’Umpi nel 1982, non è un segreto per nessuno. Alla magistratura confermare o sconfessare il primo cittadino.