“Meglio una spogliarellista di un ladro” commentò Leonardo Sciascia. “Meglio le luci rosse che i fondi neri” disse Giovanni Spadolini accogliendo l’arrivo di Cicciolina in Parlamento dal 1987 al 1992. Il 26 novembre l’ex onorevole pornostar compirà 60 anni e quindi inizierà a intascare i 3.108 euro di pensione.

La notizia rimbalza da qualche giorno con grande scandalo. Cicciolina? Ma se non si è quasi mai vista in Parlamento. Cicciolina? Eppure non c’è bisogno di un novello Sciascia per affermare che è più onorevole dare una pensione a Cicciolina che a uno Scilipoti, a un Paniz o a uno qualsiasi dei deputati pidiellini che nel giorno in cui negano l’arresto per Milanese si mettono in fila per fare un pat pat solidale sulla spalla del collega indagato. Lo scandalo rimane un altro, ossia che la Casta continui a intascare un vitalizio dopo solo 5 anni di lavoro mentre agli altri comuni mortali è chiesto di posticipare l’età del riposo e alle donne di ritirarsi a 65 anni.

Così anche il Financial Times non perde l’occasione per sfottere l’ennesima volta il paese zimbello d’Europa e nota come “nell’anno in cui si suppone che l’Italia celebri il 150° compleanno da nazione moderna” fanno notizia anche altri compleanni. Si cita quello di un “imbonitore” che ne compirà 75 la settimana prossima (il quotidiano della City lo descrive così: “La chirurgia plastica, il make up e gli impianti di capelli lo fanno sembrare più giovane solo finché la macchina fotografica non si avvicina”). E poi si citano i 60 anni di Cicciolina (“Little Fleshy One”) e la relativa pensione che viene presentata come “simbolo del brutto andazzo della politica italiana”.

Queste ipocrite ondate di indignazione sembrano dettate più da ragioni di opportunismo bacchettone, bigottismo e moralismo perbenista che di indignazione anti Casta (ricordiamoci che sono 2.330 gli ex onorevoli pensionati). La guerra andrebbe fatta ai vitalizi tout court, a quelli che sommano il vitalizio parlamentare con altre pensioni, ai doppi e tripli assegni, ai baby pensionati e via elecando.

Invece ci si scandalizza di Cicciolina. La quale, interpellata, ha risposto con dignità che lei rispetta una legge dello Stato e che dovessero tagliare i vitalizi ai parlamentari si adeguerebbe “ma sarà molto difficile che la votino, perché io prenderò tremila euro lordi al mese, ma ci sono deputati e senatori che ne prendono più di 15 mila. Se poi si ricordano le circostanze della candidatura radicale di Cicciolina, non si può altro che solidarizzare con la ex starlette. Lei era la provocazione in carne e ossa. Lei era la porno denuncia di ben altri sconci parlamentari e in virtù di questo ventimila persone l’avevano scelta. Mica gente come la Nicole Minetti, eletta nel listino bloccato su volere di Papi.

Hanno chiesto a Cicciolina se sarebbe andata a una festa a Palazzo Grazioli invitata da B. Sapete cosa ha riposto? “Mi invitavano da destra e sinistra. Ho sempre declinato perché avevo la mia vita, i miei gatti, le mie serate. Dovevo lavorare, non perdere tempo per farmi promettere delle cose per una notte di amore. Non me ne fregava niente.

Il Fatto Quotidiano, 24 settembre 2011

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