Povera Mariastella, non si fa in tempo a domandarsi se la faccenda del Cern e dei neutrini è vera, che lei parte in quarta e fa la dichiarazione che io incollo qui sotto per comodità:
“Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna.
Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo.
Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.
Inoltre, oggi l’Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l’anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante”.
In questo comunicato, a parte il fatto che è po’ sconclusionato, che mette insieme le mele con le pere e denota concreti limiti, a mio modesto avviso, dell’ineffabile ufficio stampa, si intravedono alcuni obiettivi un po’ buffi.
C’è il plauso agli autori dell’esperimento storico, e fin qui tutto bene. Poi c’è lo scivolone sulla faccenda del tunnel, e sarebbe bello che chi cura la comunicazione della Gelmini, se non la Gelmini stessa, prima di scrivere castronerie facessero delle verifiche. In fondo però, posto che siamo ai minimi termini rispetto alla credibilità politica e alla competenza di decisori e staff, ci passo anche sopra.
Ma il punto è cosa diavolo voleva dichiarare la ministra. E qui si apre il porto delle nebbie, oppure, se si legge in filigrana si coglie, appunto, la famosa “canna del gas“.
La cosa che colpisce è la forza con cui la ministra, che non è nota per il suo ruolo centrale, tenti di fare valere le sue ragioni. La ricordo in una di quelle trasmissioni tutte uguali, quando disse che i tagli nella scuola non c’erano, non potevano esserci, altrimenti il ministro dell’economia “gliel’avrebbe detto”. Perché in effetti il cittadino si aspetterebbe il ministro dell’istruzione in prima fila a combattere per l’istituzione che rappresenta, non a prendere il the mentre quelli che contano decidono e poi lei viene avvisata. Ma lasciamo perdere anche questo.
La ministra è nota per essere intervenuta a “riformare” la scuola, una riforma, a quanto si capisce, fatta conto terzi, integralmente quantitativa al punto che, liquidati i precari, che vanno assunti perché tutti ci ridono dietro e perché altrimenti si arrabbiano, ha previsto che la scuola italiana (buona ultima dopo gli “sparteghini” fra ministeri) potesse godere delle ultime briciole dei finanziamenti rimasti.
La ministra che sarà ricordata per non essersi minimamente posta il problema di pensare a una strategia per la scuola: sono i numeri che contano! Quella ministra che ha fatto la lavagna interattiva, a cui, mi dicono mancano i software per funzionare ma fa un sacco di scena e si può dire che finalmente la scuola italiana innova.
Bene, quella ministra lì, deve per forza dire che una cosa l’ha fatta e quindi, in perfetto Gelmini style snocciola cifre (ancora) dicendo che in fondo (a parte il mitico tunnel, in rete tutti ridono di questo) la scoperta l’abbiamo pagata noi. I soldini per i ricercatori del Cern li abbiamo messi noi.
Insomma cari tutti voi che leggete i comunicati stampa: i neutrini, la velocità della luce, Einstein e e la fisica, insomma, tutte quelle cose lì, è tutta roba che viene dal ministero dell’Istruzione, retto dalla Mariastella nostra, che vi credete!
Lele Rozza
Scrittore
Emilia Romagna - 25 Settembre 2011
Sotto al tunnel, la Gelmini alla canna del gas
Povera Mariastella, non si fa in tempo a domandarsi se la faccenda del Cern e dei neutrini è vera, che lei parte in quarta e fa la dichiarazione che io incollo qui sotto per comodità:
“Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna.
Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo.
Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.
Inoltre, oggi l’Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l’anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante”.
In questo comunicato, a parte il fatto che è po’ sconclusionato, che mette insieme le mele con le pere e denota concreti limiti, a mio modesto avviso, dell’ineffabile ufficio stampa, si intravedono alcuni obiettivi un po’ buffi.
C’è il plauso agli autori dell’esperimento storico, e fin qui tutto bene. Poi c’è lo scivolone sulla faccenda del tunnel, e sarebbe bello che chi cura la comunicazione della Gelmini, se non la Gelmini stessa, prima di scrivere castronerie facessero delle verifiche. In fondo però, posto che siamo ai minimi termini rispetto alla credibilità politica e alla competenza di decisori e staff, ci passo anche sopra.
Ma il punto è cosa diavolo voleva dichiarare la ministra. E qui si apre il porto delle nebbie, oppure, se si legge in filigrana si coglie, appunto, la famosa “canna del gas“.
La cosa che colpisce è la forza con cui la ministra, che non è nota per il suo ruolo centrale, tenti di fare valere le sue ragioni. La ricordo in una di quelle trasmissioni tutte uguali, quando disse che i tagli nella scuola non c’erano, non potevano esserci, altrimenti il ministro dell’economia “gliel’avrebbe detto”. Perché in effetti il cittadino si aspetterebbe il ministro dell’istruzione in prima fila a combattere per l’istituzione che rappresenta, non a prendere il the mentre quelli che contano decidono e poi lei viene avvisata. Ma lasciamo perdere anche questo.
La ministra è nota per essere intervenuta a “riformare” la scuola, una riforma, a quanto si capisce, fatta conto terzi, integralmente quantitativa al punto che, liquidati i precari, che vanno assunti perché tutti ci ridono dietro e perché altrimenti si arrabbiano, ha previsto che la scuola italiana (buona ultima dopo gli “sparteghini” fra ministeri) potesse godere delle ultime briciole dei finanziamenti rimasti.
La ministra che sarà ricordata per non essersi minimamente posta il problema di pensare a una strategia per la scuola: sono i numeri che contano! Quella ministra che ha fatto la lavagna interattiva, a cui, mi dicono mancano i software per funzionare ma fa un sacco di scena e si può dire che finalmente la scuola italiana innova.
Bene, quella ministra lì, deve per forza dire che una cosa l’ha fatta e quindi, in perfetto Gelmini style snocciola cifre (ancora) dicendo che in fondo (a parte il mitico tunnel, in rete tutti ridono di questo) la scoperta l’abbiamo pagata noi. I soldini per i ricercatori del Cern li abbiamo messi noi.
Insomma cari tutti voi che leggete i comunicati stampa: i neutrini, la velocità della luce, Einstein e e la fisica, insomma, tutte quelle cose lì, è tutta roba che viene dal ministero dell’Istruzione, retto dalla Mariastella nostra, che vi credete!
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il governo si impegni "a sostenere il riconoscimento dello Stato di Palestina, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele, per preservare la realizzazione dell’obiettivo di 'due popoli, due Stati'". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Inoltre, si chiede di "sostenere il piano arabo per la ricostruzione della Striscia di Gaza ed ogni iniziativa diplomatica volta ad assicurare il rispetto della tregua e un reale rilancio del processo di pace: per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, per la protezione dei civili e per la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, per il rispetto della tregua in Libano e per scongiurare il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah e Iran, nonché le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e, infine, affinché siano rispettate le risoluzioni delle Nazioni Unite".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "ribadire la ferma contrarietà all'utilizzo dei Fondi di coesione europei per il finanziamento e l'aumento delle spese militari". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "scegliere senza esitazioni e ambiguità, di fronte alle minacce globali e alle sfide inedite rappresentate dalla nuova amministrazione americane, l’interesse europeo, all’interno del quale si promuove e realizza il nostro interesse nazionale, anche una attraverso la costruzione di alleanze, a partire dai paesi fondatori dell’Europa, per collocare l’Italia sulla frontiera più avanzata dell’integrazione contro le spinte disgregatrici e i ripiegamenti nazionalisti". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, promuovendo con urgenza un’iniziativa diplomatica e politica autonoma dell'Unione europea, in collaborazione con gli alleati, per il perseguimento di una pace giusta e sicura, che preservi i diritti del popolo ucraino a partire da quello alla propria autoderminazione, l’ordine internazionale basato sulle regole e offra le necessarie garanzie di sicurezza per una soluzione duratura". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Il piano ReArmEU, proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo dei 27 Stati membri e va radicalmente cambiato, poiché così come presentato non risponde all’esigenza indifferibile di costruire una vera difesa comune che garantisca la deterrenza e un percorso di investimenti comuni in sicurezza realizzati non a detrimento delle priorità sociali, di coesione e sviluppo dell’Unione". Si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
"La difesa non può essere considerato un bene pubblico separato dal benessere sociale, ma è parte integrante di una strategia globale che prevede di garantire non solo la sicurezza fisica dei cittadini europei, ma anche la loro sicurezza sociale ed economica: tanto più l’affermazione dei nazionalismi disgregatori dell’unità europea è legata anche alla percezione di insicurezza economica e sociale, nonché alla paura nei confronti delle sfide globali".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sostenere una risposta europea ed unitaria alle politiche dei dazi dell’amministrazione Trump, che escluda ogni controproducente e inadeguata tentazione di bilateralizzare la risoluzione del conflitto commerciale, e che ampli le contromisure includendo i servizi e i diritti di proprietà intellettuale delle Big Tech, rilanciando anche l’iniziativa multilaterale per l’introduzione della Global Minimum Tax". E' quanto chiede il Pd al governo nella risoluzione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo, nella risoluzione presentata sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni, di "collocare l’Italia da protagonista nella costruzione di una vera difesa comune europea e non di un riarmo degli eserciti nazionali privo di coordinamento, esprimendo la chiara volontà politica di andare avanti nel percorso di realizzazione di un’unione della difesa, anche partendo da forme di cooperazione rafforzata o integrazione differenziata tra Stati membri".