I dubbi e il clima di incertezza creatisi negli ambienti finanziari dopo le indiscrezioni di stampa sul maxi fondo di 3mila miliardi di euro promesso dal G20 di Washington per salvare le banche europee e, di conseguenza, la moneta unica, si rivelano paradossalmente innocui per le borse continentali, che chiudono tutte in rialzo.
La migliore in assoluto è proprio Piazza Affari, che termina le contrattazioni con un incremento del 3,23% (ma in giornata aveva fatto registrare un rimbalzo del 4,5%). Positive anche Francoforte (+2,87%), Parigi (+1,75%) e, seppur con cifre inferiori, Londra, che guadagna lo 0,45%.
Il segno più con cui chiudono le borse del vecchio continente è il chiaro segnale del fatto che gli investitori hanno scommesso con decisione sul piano di salvataggio della moneta unica. Diverso il discorso per la diplomazia finanziaria, agitata dai particolari del piano salva-banche. Situazione emblematica, ad esempio, in Germania, dove la cancelliera Angela Merkel punta decisamente sul salvataggio dell’euro, ma non vuole esporsi più di tanto rispetto a quanto già fatto, con l’effetto che il fondo a favore degli Stati potrebbe avere un potere economico inferiore alle attese. Ciò che appare certo, invece, è il prossimo default della Grecia: il maxi tesoretto anticipato stamane dalla stampa economica, infatti, è diretto a rafforzare gli istituti di credito, mettere in sicurezza la moneta unica e, di conseguenza, permettere alla Grecia un default senza conseguenze irreparabili per Eurolandia.
A questo disegno strategico gli investitori europei sembrano credere (e la chiusura delle borse è lì a dimostrarlo); non così negli Usa, con Wall Street, che ha mostrato una forte incertezza e instabilità tra acquisti e vendite.