"Questo è un processo a rischio prescrizione, non ci possiamo bloccare sulla rogatoria, che non si può rinviare": il giudice D'Avossa risponde così a Ghedini e Longo sull'ipotesi di slittamento della rogatoria fissata per il 5 ottobre
La risposta piccata del giudice, neanche a dirlo, è arrivata dopo l’annuncio degli avvocati del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, che avevano comunicato la non disponibilità loro e del presidente del Consiglio (che oggi non era in aula al contrario di quanto annunciato) per la rogatoria in cui verranno sentiti in videoconferenza da Montecarlo due testimoni. La data era stata fissata per il 5 ottobre, giorno in cui sia i legali che il Cavaliere potrebbero non essere presenti in tribunale per i loro impegni in Parlamento. A D’Avossa l’ipotesi di un rinvio non è andata giù. “Questo è un procedimento che ha la precedenza, non ci possiamo bloccare sulla rogatoria, abbiamo penato anni per averla” ha detto. Un battibecco vero e proprio, quindi, che aggiunge tensione tra le parti anche in virtù di un altro dato di fatto.
E sempre a proposito di testimoni, alla ripresa dell’udienza dopo una breve camera di consiglio i giudici hanno comunicato la loro decisione di snellire il processo tagliando dieci testi stranieri della difesa Berlusconi perché “non sono stati reperiti”.
Questa mattina comunque sono stati ascoltati diversi testi convocati dalla difesa del premier. Tra questi Achille Frattini, presidente del collegio sindacale di Mediaset dal 1994 al 2007, che tra i vari “non ricordo”, ha confuso la data di quotazione in borsa di Mediaset, anticipandola di due anni. Ma ha anche assicurato di non aver mai riscontrato irregolarità “importanti nè rilevanti” sul meccanismo di compravendita dei diritti tv e cinematografici Le prossime udienze si terranno il 5 ottobre, quando saranno sentiti un paio di testimoni in videoconferenza da Montecarlo, e il 17 ottobre con altri testi tra cui Candia Camaggi, Ubaldo Livolsi e Alfredo Messina.