L’agenzia di rating statunitense colpisce ancora, dopo il taglio del rating dell’Italia (leggi articolo) e di sette istituti di credito italiani. Nel mirino ci sono questa volta undici enti locali, tra cui le città di Bologna, Genova e Milano. Standard & Poor’s ha abbassato da A+ ad A, con outlook negativo, il rating di Bologna, provincia di Mantova, regione Marche, Provincia di Roma, Regione Sicilia, Regione Emilia Romagna, Regione Friuli Venezia Giulia, Città di Genova, Regione Liguria, città di Milano e regione Umbria. Per la città di Torino, invece, è stato rivisto da stabile a negativo l’outlook, mentre è stato confermato ad A il rating sul debito a lungo termine. L’agenzia internazionale ha annunciato anche di aver declassato il rating di lungo termine sui titoli emessi dalla regione Umbria con scandenza al 2017, 2018 e 2019, e su quelli emessi dalla regione Marche con scadenza al 2018 e dalla regione Sicilia con scadenza nel 2016. Il declassamento dell’Italia non poteva non avere conseguenze sugli enti locali. Tiepida la reazione dell’assessore al bilancio del capoluogo lombardo, Bruno Tabacci: “Mi pare che fosse già preventivato”. Secondo l’assessore al Bilancio della Regione Liguria, Pippo Rossetti, la riduzione del rating del debito dell’amministrazione regionale è “condizionata dai trasferimenti statali”. “Sul debito, però – ha aggiunto Rossetti – sappiamo che viene riconosciuto un indebitamento ridotto e una buona gestione”.
L’assessore alle Finanze del Friuli Venezia Giulia, Sandra Savino, ha precisato che il rating intrinseco assegnato da Standard & Poor’s alla Regione Friuli Venezia Giulia è ‘AA’, ma, a causa del declassamento del rating dell’Italia, il valore ufficiale è stato rivisto da ‘A+’ ad ‘A’. “Come diretta conseguenza dell’abbassamento del rating dell’Italia – ha spiegato Savino – “S&P ha dovuto ulteriormente rivedere da ‘A+’ ad ‘A’ il rating ufficiale della Regione Friuli Venezia Giulia, applicando la metodologia generale dell’agenzia secondo la quale non è possibile attribuire ad un ente locale o regionale un rating più elevato di quello assegnato allo stato sovrano di riferimento”.
Anche l’agenzia Moody’s, da giugno, ha messo sotto osservazione 23 fra regioni, città e province, per un possibile downgrade, dopo essersi espressa criticamente nei confronti della manovra economica: “La manovra del governo per arrivare al pareggio di bilancio entro il 2013 potrebbe avere conseguenze negative sul rating delle regioni e dei comuni italiani”. Le parole dell’agenzia internazionale trovano riscontro nella decisione di oggi di Standard & Poor’s. L’allarme era già stato lanciato anche all’interno del nostro paese della Banca d’Italia: “I 3 miliardi di rosso aggiuntivo del 2011 hanno portato il debito degli enti locali a quota 114 miliardi, più o meno lo stesso livello raggiunto nel maggio 2010 quando fu registrato il record storico. Una crescita preoccupante trainata dalle isole il cui passivo nei primi mesi dell’anno in corso è cresciuto di 476 milioni, segnando l’incremento maggiore in termini relativi (+5,2% dall’inizio dell’anno contro il +3,1 delle regioni centrali, il +3% del Nordovest, il +2% del Sud e il +1,2% del Nordest)”.