La buona notizia è che le previsioni generali, sostanzialmente positive, sono state confermate. La meno buona, ma non avrebbe potuto essere altrimenti, è che i risultati odierni non garantiscono per ora un esito altrettanto soddisfacente delle aste dei prossimi giorni. Anche se – è importante sottolinearlo – le premesse appaiono piuttosto buone. Si chiude positivamente, insomma, l’asta da 11 miliardi di euro dei titoli a tre e sei mesi emessi oggi dal Tesoro italiano in una sorta di turno preliminare di un torneo ancora lungo e insidioso.
I Bot trimestrali sono stati collocati ad un tasso dell’1,808%, i semestrali sono stati acquistati con un premio complessivo del 3,071%. Buona, in entrambi i casi, la domanda degli investitori. Vengono così confermate le previsioni della vigilia che ipotizzavano una risalita dell’interesse sui titoli a sei mesi (era stato del 2,14% in occasione dell’asta precedente) comunque non superiore al 3% e, addirittura, una discesa del premio sui trimestrali complice la forte richiesta (sono strumenti utili alle per “parcheggiare liquidità” in attesa della chiusura dell’anno) degli operatori.
Il bid-to-cover, ovvero il rapporto tra domanda e offerta, sui titoli a tre mesi si è attestato a quota 2,693 contro l’1,86 dell’altra volta. Un risultato annunciato, forse, ma comunque notevole. Ora, come si diceva, l’attenzione si sposta alle altre emissioni in programma. La data da cerchiare sul calendario è ovviamente quella di giovedì 29, giorno in cui l’Italia collocherà sul mercato da 2,5 a 3,5 miliardi di euro in Btp quinquennali e da 1,5 a 2,5 miliardi in titoli a dieci anni. Previsto, nella stessa giornata, anche il collocamento di Btp a 15 anni (1 o 2 miliardi) e di Cct semestrali indicizzati all’Euribor (da 500 milioni a 1 miliardo di euro di controvalore).
A pesare sull’asta, ovviamente, il voto del Bundestag sul fondo salva-Stati (Efsf), previsto anch’esso per giovedì. L’approvazione è abbastanza scontata ma la riproposizione del tema potrebbe anche indurre qualcuno ad esternare con tempestività più di un commento critico. E con i mercati cronicamente in tensione, è noto, anche una banale dichiarazione “fuori posto” da parte di qualche ministro o regolatore finlandese, per esempio, potrebbe essere sufficiente a spingere al rialzo gli interessi sui titoli italiani. Non è un caso, forse, che il richiamo all’ordine proveniente da Washington abbia indotto alla cautela le principali istituzioni finanziarie europee.
In attesa di un coordinamento tuttora assente, i grandi regolatori dell’area euro hanno preferito tacere, trincerandosi, in questi giorni, dietro una calma apparente che, si commenta oggi a Piazza Affari, sembra aver fatto piuttosto bene ai mercati. Il rimbalzo odierno delle borse europee appare addirittura superiore alle attese, costituendo così un buon viatico per giovedì. Insomma, in un momento come questo, in definitiva, sembra essere sempre e comunque una questione di fiducia. E la fiducia materializzatasi oggi sul mercato azionario potrebbe anche essere contagiosa. Se sarà vera gloria, va da sé, lo sapremo solo tra 48 ore.