Leghisti, la smetterete di farvi prendere in giro?
Ho la vaga sensazione che i leader leghisti considerino il proprio elettorato un gruppo di minus habens. Lo dico senza retorica e celato umorismo, ma proprio perché i fatti degli ultimi giorni me lo fanno credere. E questo perché il vertice della Lega Nord sta pedissequamente tradendo i valori su cui ha fondato il suo movimento, con buona pace dei militanti che ci credono e che si bevono pure l’acqua del Po per mandare giù i sacri principi del movimento padano. Di seguito la lista Bignami di alcuni dei valori cardine della Lega Nord, seguiti dalle loro più eclatanti contraddizioni:
- Il voto contro l’arresto di Marco Milanese è in palese contrasto con la certezza della pena su cui la Lega “non è disposta in alcun modo a rinunciare“: “Chi ha commesso un crimine deve scontare la pena prevista dalle leggi in un istituto carcerario“. Che la convenienza politica ci abbia messo lo zampino, facendo sprofondare Bossi in un pantano?
- Il ministro Maroni ha fatto della lotta alla mafia la priorità del suo mandato, e tutti ne decantano i suoi meriti, in linea con quelli del partito (Castelli: “La Lega è l’antimafia dei fatti“). Peccato però che domani i leghisti, Maroni in primis, voteranno contro la mozione di sfiducia a Saverio Romano, primo ministro della storia della Repubblica italiana imputato per mafia. E c’è chi rimanda la spiegazione di quella che sembrerebbe essere una palese contraddizione al regalo che il ministro Romano ha fatto ai trasgressori delle quote latte, mandando a casa il legalitario Dario Frucio, reo di aver chiesto agli allevatori di pagare le multe.
- La Lega è sempre stato il partito contro Roma ladrona e per l’abbassamento delle tasse. Bene, per questo impegno dovremmo essere loro grati. Peccato però che da quando ci sono loro al governo, come fa notare oggi Michele Ainis sul Corriere della Sera, le tasse nazionali siano aumentate del 6,8%, e quelle locali addirittura del 138%.
- E sempre Ainis ci racconta come il propagandato federalismo sia in realtà una serie di carte e di decreti che si contraddicono a vicenda, con il risultato di un nulla di fatto. Viene da pensare quindi che Umberto Bossi, ministro delle Riforme per il Federalismo, e Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione, abbiano fatto insieme un bel casino.
- Sempre in materia di taglio dei costi della politica, due considerazioni: non è paradossale che sia proprio la Lega Nord il più grande difensore oggi delle province? Addirittura si legge che sarebbero da paragonare ai Cantoni svizzeri, “sia per le caratteristiche demografiche sia per le peculiarità socio-economiche che esprimono“, e per questo protette. Puzza tanto di tornaconto elettorale, visto che i leghisti hanno ormai conquistato molte poltrone delle province del Nord. Ma tant’è. Seconda considerazione: ma perché Calderoli non smette di fare la spola fra Bergamo e il Quirinale per presentare fantomatiche riforme costituzionali per ridurre il numero dei parlamentari, e non si dedica invece ai tagli che è possibile fare ora, partendo dalla sua indennità?
- Che ne pensano le donne del Gruppo politico femminile della Lega Nord, di cui fa parte anche Rosi Mauro, della considerazione della donna che ha dimostrato di avere Silvio Berlusconi, e di colleghe del calibro di Nicole Minetti? Per carità, qui non si vuole essere maliziosi, ma solo coerenti con gli obiettivi di tale gruppo, fra cui “sviluppare e promuovere l’identità della donna nella cultura occidentale” e “tutelare la famiglia naturale e gli interessi famigliari, morali, economici e politici della donna“. Fra questi c’è anche quello di organizzare festini per compiacere il proprio leader? E allora perché non le abbiamo sentite fiatare, neanche una sola volta?
Mi rivolgo quindi all’elettorato leghista, a quelli che per anni ci hanno detto in ogni salsa che ce l’hanno duro: è ora di dimostrare questi attributi. Ma non contro i terroni o contro gli extra-comunitari, ma proprio contro la vostra classe dirigente, che vi sta bellamente prendendo per i fondelli. E finché non vi ribellerete e non li richiamerete all’ordine sui principi che vi legano, avranno ragione di farlo e di continuare a farlo.
Un’ultima cosa: magari, per il bene di tutti noi, fatevi sentire prima di domani, quando i vostri salveranno il Ministro imputato per mafia. Con buona pace della lotta alla mafia di Roberto Maroni.