Politica

“Mai più Minetti nelle liste”<br/> Nel Pdl è scontro sull’asse Roma-Milano

Polemica a distanza tra il sindaco Alemanno e il coordinatore Pdl della Lombardia Mantovani, che ha ribattuto: "Non è titolato a fare quelle osservazioni, nel listino della Regione Lazio ha messo sua moglie, Isabella Rauti"

Nicole Minetti in via Montenapoleone a Milano con la maglietta 'incriminata'

“Mai più Minetti nei consigli regionali”, ma allora “neanche più Rauti”. La polemica interna al Pdl assume connotati non solo politici, ma anche geografici. All’appello del sindaco di Roma Gianni Alemanno (che domenica all’inaugurazione della Fondazione Nuova Italia aveva chiesto di smetterla con le “nomine dall’alto”) e alla sponda offerta dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, ha risposto ieri sera il coordinatore lombardo del Popolo della Libertà. Mario Mantovani, dai microfoni de La Zanzara su Radio24, ha detto testualmente. “Alemanno non è titolato a fare quelle osservazioni: nel listino della Regione Lazio ha messo sua moglie, Isabella Rauti. Per cui stia zitto”. Parole velenose quelle di Mantovani, che ha spiegato la sua presa di posizione col fatto che “Nicole Minetti fa bene alla Lombardia ed è una consigliera di tutto rispetto: è laureata con il massimo presso l’Università di Milano ed è stata scelta in Regione per le sue competenze nelle professioni della sanità”.

Il coordinatore pidiellino, però, non è così indulgente quando si è parlato della maglietta con la scritta “Senza t-shirt sono ancora meglio” indossata dall’ex igienista dentale del premier. “Forse era inopportuna – ha detto Mantovani -. Sono frasi che si scrivono, ma il fatto che la portasse lei era inadeguato”. La battuta piccata di Mantovani, tuttavia, ha suscitato tutta una serie di repliche, dentro e fuori dal Pdl. Il vice presidente vicario del partito alla Camera, Massimo Corsaro, è dalla parte di Alemanno: “Se, come in molti auspichiamo, il Pdl valuterà i percorsi personali per selezionare la propria classe dirigente, Isabella Rauti, per la sua storia di impegno politico culturale e sociale, sarà tra i primi ad avere il diritto di rappresentarci”.

Diverso il discorso fatto da Fabrizio Cicchitto, che ha optato per un colpo al cerchio e uno alla botte. “Non ho condiviso, e l’ho detto pubblicamente, una parte significativa del discorso politico del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a conclusione del dibattito indetto dalla fondazione Nuova Italia – ha dichiarato il capogruppo del Pdl a Montecitorio – ; ma questo fa parte della normalità del confronto politico. Esprimo la mia solidarietà a Isabella Rauti che ha una storia politica del tutto autonoma e che per questo ha ricoperto con merito molteplici incarichi”.

Tra i due litiganti, a godere è Futuro e Libertà per l’Italia, con il vice presidente vicario dei deputati, Carmelo Briguglio, che ne approfitta per affondare una stilettata tutta politica. “Non spetta a me difendere IsabellaRauti, una donna che stimo per impegno e cultura – ha detto Briguglio -. Basta la sua storia politica, personale e familiare in cui, come tutti sanno escluso l’onorevole Mantovani, Alemanno c’entra pressoché nulla, se non nei passi indietro che le ha sempre imposto. Ma in un Pdl ridotto a Minetti e Mantovani, cioè a una selezione della classe dirigente secondo criteri padronali e comunque moralmente e culturalmente incommentabili, che ci sta ancora a fare il sindaco di Roma – è l’attacco dell’esponente finiano – . Suvvia, anche lui abbia ‘un raziocinante granello di follia’, come dovrebbe pure avere imparato da un comune precettore politico. Abbandoni le prudenze e molli il Cavaliere”.

Anche la diretta interessata è entrata nella polemica, trincerandosi dietro un laconico “non ho nulla da aggiungere a quanto detto dal mio coordinatore regionale”.