Accordo con una delle catene di resort più prestigiose del mondo: l'operazione in gran segreto, ma sarebbe già tutto pronto
Dopo mesi di trattative, infatti, il Governo di San Marino ammette che la costruzione nel proprio territorio di un hotel a sette stelle targato Aman Resorts, con tanto di centro benessere nell’area dello stand di Tiro al Volo di Murata, è ormai qualcosa di più di una buona intenzione.
La Repubblica insiste nel precisare di aver siglato un semplice accordo “di intenti” con la catena mondiale (presente in 15 Paesi) di super alberghi, ma la trattativa è davvero a buon punto.
Rispondendo all’interpellanza presentata dai consiglieri dell’Unione per la Repubblica (il partito di opposizione che da mesi sta incalzando il Governo sulla questione) Pier Marino Menicucci e Giovanni Lonfernini che chiedono lumi su un patto sottoscritto nel corso di una frenetica trasferta in Montenegro lo scorso luglio, i vertici dell’esecutivo sammarinese restano cauti. “In realtà – ha fatto sapere ufficialmente in queste ore la Repubblica – la società Aman Resorts non ha avuto per il momento nessuna autorizzazione esclusiva, ma è stata sottoscritta una lettera di intenti”. Intenti che adesso dovranno essere corredati da uno studio di fattibilità e da un vero e proprio business plan sulla cui base rilasciare o meno tutte le autorizzazioni che contano.
Ma come mai proprio Aman Resorts? “Aman Resorts – prosegue il titano – è una delle catene alberghiere più lussuose al mondo specializzata nel benessere, i loro hotel sono situati nelle località più esclusive del globo. Marrakesh, Turchia, Francia: tutte location di altissimo livello in tutti i continenti, sia per gli amanti del mare che della montagna”. Pare che la divisione montenegrina della catena voglia includere il Titano in un bel ‘pacco’ speciale. Infatti, Aman Resorts starebbe realizzando un ‘triangolo esclusivo’ che toccherebbe Dubrovnik, Venezia (dove un hotel della catena è in fase di ristrutturazione) e appunto San Marino, con la possibilità per i clienti di spostarsi in ciascuna delle tre località con il massimo del comfort.
In ogni caso, le voci su una presunta autorizzazione che San Marino (per mano del titolare agli Esteri Antonella Mularoni) avrebbe concesso tramite il proprio neo ambasciatore in Montenegro, Phua Wei Seng, circolano da mesi.
Il segretario di Stato al Turismo del Titano, Fabio Berardi, nei mesi scorsi pur mantenendo una certa cautela non aveva potuto negare un certo interesse. Precisando che esisteva “solo una lettera di intenti”, Berardi aveva descritto un impegno da parte del gruppo alberghiero a presentare verso settembre ogni proposta di fattibilità. La catena, inoltre, avrebbe già dato la propria disponibilità a farsi carico di alcune opere pubbliche – come la realizzazione di un campus a Fonte dell’Ovo per trasferirvi le scuole superiori – nell’area circostante.
Ma come mai allora tanta prudenza? Non è un mistero che sull’investimento in ballo si stia consumando da tempo un braccio di ferro che vede coinvolti gli imprenditori sammarinesi guidati da Armando Calzolari, disposti a investire nella stessa Murata fino a 35 milioni di euro. A questi ultimi era stata garantita una risposta entro aprile, ma in giugno era arrivata la doccia fredda con il Governo che faceva sapere di preferire la concorrenza straniera. Calzolari e soci, sostenuti da diversi partiti, si erano e si sono sentiti “snobbati da investitori esteri nell’indifferenza del Governo di casa, un rospo troppo grosso da digerire per una cordata di imprenditori sammarinesi pronti a scommettere cifre a sei zeri sul turismo del benessere in Repubblica”.
Gli imprenditori locali pensavano di potersela giocare davvero con il loro progetto di hotel a cinque stelle (almeno 90 camere e 10 suite di cui cinque royal suite), centro wellness, centro ristorazione, sale congressi da un massimo di 250 posti a un minimo di 12, un parcheggio coperto per almeno 80 auto, un centro negozi dalle grandi firme, un centro divertimenti con un salone per le feste speciale. Con il Montenegro che si è messo di traverso, però, tutto pare ormai definitivamente sfumato.