Per affrontare la “più grande sfida di tutta la sua storia”, l’Europa ha bisogno di “un approccio più comunitario, non basta quello federalista e intergovernativo. I governi non possono fare da soli, i mercati chiedono integrazione”. Insomma la grave situazione attuale “è un banco di prova della volontà di vivere insieme” per i paesi europei , mentre la tendenza alla “rinazionalizzazione” da parte di alcuni Stati del vecchio continente rischia di portare invece alla “morte dell’Unione”. Lo ha detto il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso parlando nel consueto discorso annuale sullo stato dell’Unione davanti al Parlamento di Strasburgo.
Barroso ha spiegato che “credere di poter avere una moneta unica e un mercato unico con approcci nazionali alla politica economica e di bilancio è stata un’illusione”. E perciò, ha continuato, non si può pensare di “superarla con un’altra illusione, quella di poter avere una moneta unica e un mercato unico con un approccio intergovernativo”. La crisi, secondo il presidente della Commissione, “ha superato la stretta sfera finanziaria” ed è ora “di ordine politico”. Ma una via d’uscita, per il vertice della Commissione, esiste: “l’Europa ha un avvenire”, ha incoraggiato Barroso, sostenendo che gli stessi trattati Ue “offrono molte possibilità di fare molto di più per l’integrazione economica”.
Su come agire a più stretto giro il capo della Commissione ha spiegato che è necessario rendere “più forte e flessibile” il fondo salva-stati e anche “accelerare l’entrata in vigore dell’Esm”, il meccanismo permanente che dovrà sostituire l’Efsf. Poi lancia l’idea di “adottare la nostra proposta per la tassazione del risparmio all’interno dell’Ue. Non possiamo permetterci di chiudere gli occhi davanti all’evasione fiscale”, ha aggiunto. In questa ottica, il presidente della Commissione ha rivolto un appello agli Stati membri per dare a Bruxelles il mandato negoziare accordi fiscali con Paesi terzi, in primo luogo la Svizzera.Un fronte sul quale la decisone al Consiglio è bloccata da tempo a causa dell’opposizione di Austria e Lussemburgo, mentre Germania e Gran Bretagna hanno già negoziato accordi bilaterali con la Confederazione elvetica.
Ma, ha assicurato, la Grecia “è e resterà un membro dell’Eurozona”, annunciando che dalle imminenti azioni che saranno intraprese a livello comunitario arriveranno segnali positivi: nelle prossime settimane saranno presentate opzioni per l’introduzione di eurobond, che costituiscono “un progresso naturale e vantaggioso per tutti purché l’eurozona si sia dotata degli strumenti necessari all’integrazione e alla disciplina”. Insomma i nuovi bond europei congiunti devono avere come obiettivo la stabilità”. Il tutto, ha detto ancora parlando davanti al Parlamento europeo, si può fare “anche senza modifiche ai Trattati”. E riguardo a questi ultimi e ai meccanismi di funzionamento dell’Unione, Barroso ha aggiunto che è necessario andare oltre la regola dell’unanimità. Poi, sulla proposta della tobin tax – su cui ieri la Ue ha trovato un accordo dopo settimane di dibattito – il presidente della Commissione spiega che, se varata, consentirà di avere entrate per 55 miliardi di euro all’anno. A proposito delle transazioni finanziarie ha aggiunto che per una “questione di equità e di giustizia” anche il settore bancario deve contribuire a fare la sua parte, dal momento che “negli ultimi tre anni gli Stati membri e quindi i contribuenti hanno garantito aiuti per 4,6 trilioni di euro al settore finanziario. E’ tempo per il settore finanziario di dare a sua volta un contributo alla società”.
Poi ha parlato anche dei rapporti con i partner internazionali, spiegando di sentirsi “ferito quando vedo alcuni che, con paternalismo, ci dicono cosa dobbiamo fare”. E con orgoglio il presidente della commissione Ue ha aggiunto: “Abbiamo seri problemi ma non dobbiamo scusarci con nessuno per il nostro attaccamento all’economia sociale”. Lo stesso scatto d’orgoglio che ha chiesto proprio ai Paesi dell’Unione ai quali ha detto: “Dobbiamo essere fieri di essere europei, possiamo farcela ad uscire da soli dalla crisi”. Dunque in linea generale Barrosoo invoca cambiamento, pur nella continuità: “E’ nel rinnovamento dei nostri valori, non nella loro sostituzione, che dobbiamo proseguire i nostri sforzi”.