Il presidente della Bce Jean-Claude Trichet

Dopo il rigore, l’Italia deve pensare alla crescita. Lo sostiene il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet, che in un’intervista al Corriere della Sera incoraggia “ogni azione diretta ad attuare riforme strutturali in grado di stimolare di più la crescita e aumentarne il potenziale”, perché “il potenziale dell’Italia è immenso, mentre la crescita non è in linea con le capacità complessive del Paese”.

Per sostenere la crescita “si potrebbero introdurre molte misure, fra le quali, in particolare, la liberalizzazione delle professioni, migliorare la flessibilità del mercato del lavoro, l’istruzione e il training, per arrivare a catalizzare l’ innovazione”, suggerisce Trichet, il quale individua nello “spirito imprenditoriale” e nella “capacità individuale e delle famiglie a fondare un’impresa” uno dei “punti di forza maggiori” dell’Italia.

Il presidente della Banca centrale europea definisce “importante e forse non sufficientemente noto” il fatto che l’Italia avrà un avanzo primario positivo a partire dal prossimo anno. “Incoraggiamo il paese a continuare su questa linea – afferma – e a fare tutto il possibile per consolidare l’avanzo primario e per raggiungere l’obiettivo di un pareggio di bilancio entro il 2013”.

“Quello che conta – sottolinea Trichet – è l’obiettivo finale. E le decisioni prese recentemente” dal governo italiano “permettono di avanzare in modo significativo in quella direzione. Non si sa ancora se saranno necessarie altre misure, ma l’obiettivo è stato definito, e questo è molto importante”.

In merito al declassamento del rating dell’Italia, “gli investitori e i risparmiatori sanno che quello che conta è il loro giudizio personale”, chiosa Trichet. “Contano i fondamentali e l’efficacia delle misure governative per consolidare la fiducia”.

Il numero uno della Bce sottolinea poi il bisogno di “più unità in Europa” per fronteggiare la crisi e invita i governi a “rispettare i patti”. “E’ necessaria l’attuazione completa e urgente delle decisioni sottoscritte dai 17 Paesi dell’euro il 21 luglio scorso”, spiega, tra cui il secondo pacchetto di aiuti alla Grecia. “La chiave di tutto – rimarca – è nelle mani del governo greco, il quale deve adeguarsi ai provvedimenti in modo determinato, nell’interesse del popolo greco”.

“Dal 9 agosto 2007 stiamo attraversando la peggiore crisi dalla Seconda Guerra. Per quanto riguarda l’Europa – dice Trichet – è indispensabile distinguere fra la moneta in sè e le tensioni osservate in alcuni Paesi. L’euro ha mantenuto il suo valore in modo ammirevole nell’arco di 13 anni e i mercati lo valutano solido e stabile per i prossimi 10 anni”.

Parlando dei singoli Paesi, invece, “è fuori di dubbio che alcuni debbano correggere le loro politiche, e vengono esortati a rafforzare le loro finanze pubbliche e ad attuare le riforme strutturali. Per questo – conclude il numero uno di Bce – dobbiamo fare un salto qualitativo nella governance dei 17 membri dell’euro”.

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