Intanto questa mattina Abdelhakim Belhaj, l’attuale capo militare del Cnt e tra i fondatori del Gruppo islamico di combattimento libico (Lifg) ha lanciato un avvertimento: “I gruppi islamici libici non permetteranno che alcuni politici laici li escludano dal nuovo governo di Tripoli, il primo dopo la caduta del colonnello Muammar Gheddafi”. “Dobbiamo resistere ai tentativi di alcuni politici libici di escludere alcuni gruppi che hanno partecipato alla rivoluzione”, è il messaggio che Belhaj affida alle pagine del ‘Guardian’. “La loro miopia politica li rende incapaci di vedere gli enormi rischi di tale esclusione o la reazione di quei movimenti che fossero esclusi”, ha aggiunto il leader militare del Cnt. Nelle ultime settimane sono emerse profonde crepe all’interno del Cnt sulla formazione del nuovo governo ad interim. Ieri uno dei responsabili dei rivoluzionari, Mustafa el-Huni, ha nuovamente rinviato l’annuncio del nuovo esecutivo, precisando che questo avverrà quando l’intero territorio nazionale sarà sotto il controllo dei rivoluzionari. In Libia le forze fedeli al colonnello Gheddafi hanno ancora il parziale controllo di due roccaforti, Bani Walid e Sirte.