Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti contestato durante l’assemblea dell’associazione dei costruttori edili. Ovvero da coloro che contavano, e non poco, sulle promesse di sviluppo annunciate a più riprese dal governo di cui fa parte. E’ successo stamane ad Altero Matteoli che, intervenuto al tradizionale meeting annuale dell’Ance, è stato duramente apostrofato da alcuni partecipanti alla manifestazione. Da ospite d’onore, quindi, a presenza indesiderata.
Al momento di salire sul palco per il discorso d’ordinanza sugli interventi e le misure messe in atto dal governo sul fronte delle infrastrutture, dalla platea si sono levati prima commenti ironici (“Bravo”, “quelle parole non le hai scritte tu, ma prima di venire potevi almeno leggerle”), poi fischi e urla inequivocabili all’indirizzo del ministro, specie da parte dei giovani imprenditori nel campo dell’edilizia. “Vergogna, basta, andate via, state facendo fallire le imprese” hanno gridato i contestatori, che poi hanno invitato i presenti ad abbandonare l’aula. Matteoli, da par sua, in un primo momento ha dovuto interrompere il suo discorso, per poi riprenderlo davanti a una sala con evidenti vuoti. “Mi rendo conto del momento difficile – ha detto Matteoli -, i costruttori hanno tutta la mia solidarietà, ma sono abituato a ben altro”.
In apertura d’assemblea, invece, era stato il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, a elencare le conseguenze della crisi nel settore dell’edilizia: 230mila posti di lavoro persi dall’inizio della crisi, 350mila se si considera anche l’indotto. E, soprattutto, crescita nulla anche nel 2012, specie “in assenza di misure che possano produrre effetti immediati sulla produzione”. Tradotto: ennesima riduzione degli investimenti in costruzioni del 3,2%.
Da questi numeri, evidentemente, è nata l’azione dei contestatori, spiegata da Sandro Catalano, presidente dei Giovani dell’Ance di Trapani: “Il ministro è venuto senza sapere di cosa doveva parlare. E’ venuto qui senza portare risposte né proposte, così ci ha confermato che non c’è niente in pentola per il futuro. Le imprese rischiano di fermarsi, ci aspettavamo qualche novità e invece abbiamo solo tasse”.
Acqua sul fuoco della contestazione dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, secondo cui “erano in cinque a fischiare, non facciamo il solito scherzetto, la maggior parte della gente è rimasta in sala e lo ha ascoltato con rispetto. E’ chiaro che anche i costruttori si aspettano delle risposte”. Diverso il discorso per Ermete Realacci, responsabile Pd per la green economy. “Anche per i costruttori il re è nudo- ha detto l’esponente dei democratici – . Il governo degli impegni mancati è arrivato al capolinea e per chiunque, a maggior ragione nella grave crisi che si sta attraversando, è diventato intollerabile sentire enunciare elenchi di bugie e promesse non mantenute”. Per quanto riguarda le proposte utili a superare il momento, Realacci ha le idee chiare: “Ci auguriamo, almeno per quel che riguarda il settore dell’edilizia, che venga stabilizzato il credito di imposta del 55% per le spese destinate agli interventi di risparmio ed efficienza energetica del patrimonio immobiliare nazionale – ha detto – . E’ stata la misura anticiclica di gran lunga più importante che è stata attivata in questi anni e che rischia di finire a dicembre di quest’anno se non sarà stabilizzata. Ma anche in questo caso, dal governo non si ha finora nessuna rassicurazione”.
Sulle misure da approvare “al massimo in dieci giorni”, tuttavia, il titolare del dicastero di Porta Pia ha poi spiegato i provvedimento in corso di studio, rispondendo così alle critiche del presidente Ance, Paolo Buzzetti, che contestava l’ipotesi di decreti a costo zero. “Soldi non ce ne sono, il finanziamento avviene attraverso la defiscalizzazione – ha detto Matteoli -. Le risorse sono indirette ma sono sempre risorse. Noi stiamo lavorando per scrivere il decreto dopo di che andremo a incontrare le Regioni e l’Anci”.