Saverio Romano forever. Perchè ci vuole consapevolezza di ciò che si è veramente per ostentare, nell’immediatezza di un voto di sfiducia così pesante, la sicurezza e l’arroganza che ieri era dipinta sulla faccia del titolare con riserva (ma l’aveva sottolineato Napolitano) delle Politiche Agricole; un giro del Transatlantico e un colpo d’occhio ai movimenti dei deputati intorno “al condannato” (o al festeggiato) facevano capire meglio di una conta dei deputati come sarebbe andata a finire.
E, infatti, non è successo nulla. Proprio nulla, inutile sperare in un gesto di dignità da parte di questa classe politica. Come un vero boss di partito, il ministro – tranquillo e sorridente – veniva omaggiato, riverito, quasi blandito dai suoi colleghi deputati. Per nulla preoccupato della mozione di sfiducia delle opposizioni che pendeva sulla sua testa, ha passato la mattinata a prendersi pacche sulle spalle, a distribuire sorrisi, a ricevere gli amici deputati seduto sui divanetti. Una vera e propria fila ad attendere di potergli strappare una frase, una battuta, un’emozione. A turno, composti come si fa davanti a un’autorità, tanti colleghi parlamentari hanno chiesto udienza al ministro (con riserva), che da vero “mammasantissima” di Montecitorio ha ascoltato tutti, chiacchierato con tutti, anche “benedetto” scherzosamente qualcuno che gli ha sussurrato “i giudici non l’avranno vinta, vedrai…”
Bello quando si può contare sugli amici, specie nei momenti di difficoltà, quando fuori tutto sembra congiurare contro di te. E Francesco Saverio Romano di amici ne ha davvero. Al punto di non preoccuparsi affatto dell’imputazione coatta del gip della procura di Palermo e della richiesta di rinvio a giudizio che lo rende formalmente imputato di concorso in associazione mafiosa. Mancava solo, ieri mattina, che qualcuno gli baciasse le mani. No, non c’era nulla di cui preoccuparsi, la parte destra dell’emiciclo di Montecitorio lo rispettava e continuerà a farlo.
Lui, poi, non è un ministro qualsiasi, è anche leader di un partito, il Pid. E che cos’è il Pid? E’ una componente di Popolo e Territorio, quell’accozzaglia di deputati che vengono genericamente chiamati ‘Responsabili’ e che hanno garantito la sopravvivenza al governo Berlusconi. In che modo lo sanno tutti. E con il Pid, controlla ben cinque voti, vera bombola d’ossigeno per un governo che viaggia sempre sul filo e che va sotto in Aula un giorno sì e l’altro pure. Non è solo il governo di Scilipoti e Razzi (pure lui in fila a rendere omaggio all’uomo di Palermo), ma anche il governo di un ministro (con riserva) accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Mizzeca, che meraviglia!