Secondo Dionigi verrebbero a mancare, in tutta Italia, qualcosa come 300 milioni di euro: "A quel punto l'intero sistema è a grave rischio. Anche per quello che riguarda i salari"
Nel 2011 il Fondo di finanziamento ordinario, la principale fonte di finanziamento statale delle università, sarà tagliato a livello nazionale del 3,75%, e del 5,5% nell’anno successivo. In altre parole, il Fondo passerà da 6,9 a 6,5 miliardi, con il rischio di non riuscire a coprire il costo degli stipendi dei dipendenti.
Secondo i calcoli di Dionigi verranno a mancare in totale circa 300 milioni di euro. Una sforbiciata che mette a repentaglio il funzionamento dell’intera macchina accademica, con “danni incalcolabili” per gli studenti. “Il tema è radicale – ha spiegato il rettore di Bologna – perché se paghi solo gli stipendi, tagliando corsi e ricerca, allora diventi un ente inutile. Questo è il quadro, non su cui piangere ma da conoscere”. Dunque, le università si troverebbero di fronte a un’amara scelta: o gli stipendi o la ricerca. E il timore del rettore è che, optando per la prima, gli atenei perdano la loro ragione di esistere.
Nel 2011, ha specificato ancora Dionigi, la quota premiale destinata agli atenei virtuosi è aumentata, passando dal 10% al 12%. Mentre per le università con i conti in rosso il Ministero ha deciso di non tagliare oltre il 5%, per evitare di “metterle in crisi”.
Come da previsioni nel 2011, per l’Ateneo di Bologna, la riduzione del fondo di finanziamento ordinario dovrebbe aggirarsi intorno al 3,7%, ossia 15 milioni di euro in meno. Un taglio “già previsto”, ha assicurato però Dionigi, che per ora non dovrebbe minacciare gli stipendi del personale dell’Alma Mater.
g.z.