Il suo libro “Dead Aid” (tradotto: Aiuto Morto) sostiene la teoria del “Per favore non aiutateci più” (uno dei capitoli più accattivanti del libro). Negli States è diventato un best seller che piega – senza mezza termini – come l’aiuto dai paesi ricchi non abbia mai funzionato e propone un’altra maniera per aiutare il terzo mondo.
Negli ultimi 50 anni più di un trillione di dollari (non riesco neanche a calcolare quanti sono! nda) sono stati donati dall’Occidente all’Africa.
I beneficiati ne hanno tratto profitto? Assolutamente no.
Anzi le condizioni delle popolazioni, con malattie e mortalità infantile al primo posto, sono di gran lunga peggiorate. È da sfatare il mito che i miliardi di dollari versati dai paesi ricchi all’Africa abbiano ridotto la povertà e prodotto ricchezza in loco. Hanno soltanto creato un circolo vizioso di dipendenza: “Leaving them with nothing but the ‘need’ for more aid”. (Lasciandoli con niente se non con il bisogno di ricevere più aiuti).
Hanno, invece, lasciato un solco di corruzione, violenza e depauperamento delle materie prime, residuo della vecchia mentalità colonizzatrice.
Sono stati i “ricchi” a saccheggiare i “poveri”. Si sono – per così dire – salvati solo quei paesi che hanno rifiutato gli aiuti tradizionali e hanno faticosamente cercato la loro via di prosperità. Questi popoli hanno detto: “Non mandateci aiuti alimentari insegnateci piuttosto come si coltiva la terra. Non vogliamo la vostra elemosina, vogliamo il vostro know how”.
Il modello Angelina Jolie che, commossa, accarezza le testoline rapate e scheletriche dei bambini serve più come ritorno d’immagine a lei che non al continente africano.
Sharon Stone ha lanciato la sua linea di gioielli sempre nell’ambito di progetti Aiuti per l’Africa. La collezione è griffata Damiani, chi si è più lustrato l’immagine: il gioielliere, la Stone o i bambini africani con la fame negli occhi?
Chi gliela regala alla Stone una copia di Dead Aid?
Sempre della serie “Aiutiamoli”, gli Stati Uniti, nel bene e (soprattutto) nel male, fanno sempre parlare di sé, anche in materia di charity ai più disgraziati della terra. Ancora mi rimbalza in testa come un ping pong l’outing del Segretario di Stato francese alla Cooperazione, Alain Joyandet, in occasione del terremoto di Haiti, con il suo indice puntato contro gli Stati Uniti: “Si tratta di aiutare Haiti, non di occupare Haiti. Si tratta di fare in modo che Haiti possa riprendere una sua vita.”
Nota a margine.
Queste le cifre fornite da Epsilon, associazione Onlus, fortemente voluta da Claudio Stabon, Head of Investments della Cir.
40,3 milioni di persone nel mondo affette da Aids.
6 milioni quelle che muoiono per Aids, malaria e tubercolosi.
130 milioni i bambini nel mondo che non possono andare a scuola.
852 milioni che soffrono di fame e malnutrizione.
1200 bambini che muoiono ogni ora per malattie prevedibili (e curabili in qualsiasi altro angolo del pianeta).
Epsilon è una goccia di solidarietà, ma l’oceano è fatto di tante, tantissime gocce. Non lasciamolo prosciugare.
Foto e testo di Januaria Piromallo