Tutto pronto per l'inaugurazione del caseificio dove la cooperativa “Le terre di don Peppe Diana”, intitolata al parroco vittima della mafia, produrrà formaggi su un terreno confiscato al boss della camorra napoletana Michele Zaza
Il caseificio sorge su un terreno di 7 ettari. Il piano d’impresa, oltre alla produzione dei formaggi, prevede la realizzazione di una fattoria sociale sperimentale, al servizio dello sviluppo
eco-sostenibile del territorio, con l’utilizzo di tecnologie produttive innovative. Tant’è che in un secondo momento la fattoria sarà in grado di produrre energia da fonti rinnovabili (sole e biogas). La scommessa è cominciata il 19 marzo del 2009, nel giorno del 15° anniversario dell’uccisione di don Diana. Ad iniziarla è stata proprio l’associazione “Libera” insieme al “Comitato don Peppe Diana”, sottoscrivendo un protocollo d’intesa con la Regione Campania ed altri Enti, per la nascita della cooperativa “Le terre di don Peppe Diana”.
“Il nostro obiettivo – spiega Valerio Taglione – portavoce del Comitato e referente provinciale di Libera Caserta – è quello di trasformare le terre di camorra, confiscate ai criminali, in luoghi di vita, dove finalmente la gente del posto si riappropria di quello che le è stato tolto. Lo facciamo nel nome e nell’insegnamento di un parroco coraggioso che amava il suo popolo, per costruire comunità alternative alle mafie attraverso un nuovo modello di economia sociale”. Cinque i ragazzi che fanno parte della cooperativa, scelti con un apposito bando pubblico e che da diversi mesi hanno frequentato un corso di formazione per diventare “Casari”.
A dare man forte a tutto il progetto, sostenuto, tra l’altro anche dalla Fondazione per il Sud, sono arrivati alcune migliaia di ragazzi da tutt’Italia che hanno partecipato ai campi di lavoro promossi da Libera. Grazie al loro aiuto sono stati piantati alberi, puliti i viali, sistemati gli ambienti interni, costruite staccionate. In cambio hanno potuto incontrare i testimoni positivi del territorio come gli imprenditori che si ribellano al racket, i familiari delle vittime innocenti di camorra, testimoni di giustizia, magistrati, scrittori, giornalisti, volontari.
L’inaugurazione del caseificio è prevista per le 11 di sabato mattina. Con don Ciotti ci saranno anche i familiari di don Giuseppe Diana e Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione per il Sud. “La mozzarella prodotta a Castel Volturno – afferma Valerio Taglione – è buona per il suo inconfondibile gusto, ma soprattutto per il suo sapore di legalità”.
di Raffaele Sardo