Nel prossimo, ennesimo, ddl intercettazioni c’è anche un comma dedicato agli italiani che non passano il loro tempo al telefono con indagati e ricercati e che non usano schede telefoniche di compagnie sudamericane. È la cosiddetta norma ammazza-blog, che impone l’obbligo di rettifica rispetto alla pubblicazione di qualsiasi tipo di contenuto pubblicato in Rete su richiesta di un soggetto terzo che si auto-considera ‘leso’ dal contenuto stesso. Il titolare del sito (che sia un giornale online o un blog, poco importa) deve pubblicare la rettifica entro 48 ore, pena una multa di 12mila Euro.
La norma non intende regolare l’informazione online, né può stabilire alcun criterio di oggettività e verità: più che all’accertamento, si punta allo scontro tra versioni contrapposte. Lo scopo di questo comma è un altro, è chiaro ed è intimidatorio: è un invito esplicito a non scrivere, soprattutto se non si possono pagare multe salate. Si dice, con il tono tipico della criminalità organizzata, che se sgarri ti faccio pagare.
Il comma è scritto male: non si riesce a comprendere se i limiti risiedano nella capacità di analisi dei proponenti (e nella loro scarsa conoscenza della Rete) o, piuttosto, dall’esatto contrario: alcuni passaggi sono oscuri e soggetti alla libera interpretazione individuale. Non è chiaro, inoltre, quale sia l’atteggiamento che il legislatore chiederà all’utente in caso di pubblicazione di un contenuto sui social media. Esempio: Facebook è proprietario di ciò che scriviamo e facciamo all’interno della piattaforma. Cosa succede se la contestazione è relativa a un contenuto pubblicato lì? Sarà Facebook a pagare le multe in caso di inadempienza?
Ecco una spiegazione dettagliata del comma (grazie a Bruno Saetta e a ValigiaBlu).
Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.
Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisioni, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.