Che sia la volta buona? La questione ronza nella testa di tanti francesi, stanchi di Nicolas Sarkozy. A più riprese il Presidente francese è stato sfiorato da scandali, con tanto di supposti giri di mazzette. Poi non si è mai arrivati a niente di concreto, tanto più in un Paese, la Francia appunto, dove l’indipendenza della magistratura ha margini ristrettissimi, di sicuro rispetto all’Italia. Mentre le presidenziali della primavera 2012 si avvicinano, tuttavia, la situazione del nostro si fa sempre più compromettente. E in questi giorni sta letteralmente precipitando.
Una contabile coraggiosa nell’affaire Bettencourt – Si chiama Claire Thiboult. Dal 1995 al 2008 ha lavorato come contabile dei Bettencourt, quella che, tra le altre cose, andava a ritirare i contanti in banca o dalla cassaforte nella dimora della coppia, quando ce n’era bisogno. Liliane Bettencourt, anziana signora, è la «padrona» del colosso dei cosmetici L’Oréal. Il marito, André, morto nel 2008, è stato ministro a più riprese, una vita a cavallo fra business e politica (di destra, a tratti estrema). Dopo la morte di Monsieur, Madame ha sempre più la memoria che va e viene. Il sospetto è che questa situazione sia stata strumentalizzata per spillarle soldi. Anche dagli uomini del Presidente.
Rivelazioni scottanti – La Thiboult, fin dall’estate 2010, racconta episodi compromettenti. Ma i poliziotti non le credono, né Philippe Courroye, il procuratore di Nanterre, alla periferia di Parigi, responsabile dell’inchiesta. Da sottolineare: è risaputo, Courroye è amico di Sarkozy, si frequentano fuori dal lavoro, comprese le cene con le rispettive mogli. La Thiboult viene accusata di tutto: mitomane, ladra, bugiarda. Finché, dopo mille polemiche, il caso Bettencourt passa nelle mani di tre giudici istruttori di Bordeaux. Che ricominciano le indagini. Interrogano la Thiboult. E le credono.
Tangenti da una donna che ha perso la testa – La Thiboult, che in Francia sta diventando suo malgrado un piccolo eroe, ha confermato al quotidiano Libération la sua versione dei fatti. «Durante tutti gli anni in cui ho lavorato per i Bettencourt, ho consegnato spesso soldi in contanti al signor André. Mentre, frequenti, avvenivano visite in casa di personalità della destra». «Sì, tra di loro anche Nicolas Sarkozy con l’allora moglie Cécilia. E pure Eric Woerth». Che è stato tesoriere dell’ultima campagna presidenziale di Sarkozy, vinta nel 2007. Pochi mesi prima dell’elezione, la Thiboult racconta di aver consegnato 50mila euro a Patrice de Maistre, responsabile del patrimonio della Bettencourt (in un certo senso, capo della Thiboult), che doveva poi passarli a Woerth per Sarkozy. «La busta – secondo la contabile – è transitata tra le mani della signora Liliane, che però non stava bene. De Maistre le ha spiegato a chi fosse destinata. Ma lei non ha capito».
La Thiboult ha anche raccontato le pressioni ricevute dalla polizia nell’estate 2010 per cambiare la sua versione, i lunghi interrogatori di notte, la pattuglia che circonda la casa dove è in vacanza, venuta a prelevarla. E il poliziotto che la prende sotto braccio e le dice: «A me puo’ dirlo che sono tutte fandonie».
Courroye, il magistrato «amico» nell’occhio del ciclone – Il procuratore (fatto rarissimo) dovrebbe essere incriminato e messo sott’inchiesta nei prossimi giorni. Il motivo? Quando, nell’estate 2010, Le Monde pubblicò indiscrezioni sull’affaire Bettencourt, Courroye chiese alla polizia di mettere sotto controllo i telefoni di due giornalisti del quotidiano, per scoprire le eventuali «talpe» all’interno della Procura. Questo è espressamente proibito da una legge (anti-bavaglio…) francese. A portare avanti l’inchiesta contro l’amico di Sarkozy è un altro giudice istruttore, ancora una volta battagliero, Sylvia Zimmermann, che interrogherà a giorni anche Bernard Squarcini, responsabile dei servizi segreti interni (e altro amicissimo di Sarkozy), che avrebbe aiutato Courroye per mettere sotto controllo illegalmente i telefoni dei due giornalisti.
Mazzette, non solo dal Pakistan – C’è un’altra inchiesta giudiziaria scottante per il Presidente: il sospetto che, alla metà degli anni Novanta, Sarkozy, allora vicino al premier Edouard Balladur, abbia gestito un giro di tangenti per finanziare la campagna presidenziale del 1995 del suo patron (risultato, poi, sconfitto). E’ il giudice Renaud Van Ruymbeke a Parigi a esserne il responsabile. Nuove testimonianze proverebbero che Sarkozy fosse coinvolto in mazzette ricevute attraverso contratti di forniture militari al Pakistan. Stamani, un’altra rivelazione di Le Monde: Van Ruymbeke sarebbe anche in possesso di documenti che proverebbero lo stesso tipo di «traffici» su forniture all’Arabia Saudita. Le indagini continuano.