C’è una frase che ho letto in un’intervista rilasciata dall’onnipresente Maurizio Lupi che ristagna nel mio cervello da qualche giorno. La frase, seguente alla “dura reprimenda” dei vescovi nei confronti di Silvio Berlusconi, è la seguente: “Tutti dobbiamo farci giudicare dalle parole di Bagnasco, non solo Berlusconi”.
A parte il fatto che il giochino è sempre quello (per annullare o diminuire le responsabilità personali è sempre meglio affogarle in un più ampio bacino d’utenza. Senza scomodare la savianesca macchina del fango, basti pensare che hanno applicato lo stesso criterio pure alle frequenze telvisive: visto che tre reti in chiaro per B. erano fuorilegge si sono inventati il digitale terrestre), per quale motivo bisogna farsi “giudicare” da Bagnasco? Dal generale di una Chiesa che si gira dall’altra parte quando il vescovo emerito di Grosseto dice che Vendola pecca più di B perché è gay, quando Williamson spiega che l’olocausto non c’è mai stato (e lo richiama pure nell’ovile, mica lo caccia), che entra come un caterpillar nella vita politica del paese fingendo di non farlo mai, che da anni tenta di stroncare la 194 senza riuscirci?
Caro agnellino Lupi, perché farsi giudicare da chi ha cuore solo la preservazione del proprio potere e la salvaguardia dei propri assai poco celesti interessi? E perché farsi giudicare punto? Caso mai, abbiamo noi esseri viventi bisogno di aiuto, di compensione, di umanità, non di giudizio. Parola molto cara ai ciellini: e che, guarda caso, tanto per dire, Vito Mancuso nel suo intervento da Fazio non ha pronunciato mai. Sarà un caso?