Montecitorio, piano Aula, ore 12,15: silenzio, qualche cronista parlamentare qua e là per il Transatlantico, qualcuno in sala stampa, qualche mormorio sommesso. Ore 12,16: rumbleeee, rumore d’inferno, come una carica di bisonti nella prateria. Ma non sono bisonti, sono deputati. Non sono zoccoli, ma scarpe d’alta manifattura. E l’onomatopeico ‘rumble’ è il rumore di centinaia di trolley che solcano il marmo tra il guardaroba e l’uscita principale del Palazzo: la classe dirigente del paese, qualla da cui dipendono le sorti d’Italia per via delle leggi che si approvano a botte di fiducia, che dispensa libertà o galera a seconda delle convenienze e che, in soldoni, ci sta facendo andare a picco, sta scappando.
Ma perché? semplice; sono appena finite le votazioni, l’Aula perde d’importanza ed a presidiarla rimane solo qualche sfigato delegato dal proprio gruppo d’appartenenza. E non importa se anche oggi il governo è stato battuto. E non importa neanche che si tratta, più o meno, della novantesima volta in questa legislatura. Importa solo di lasciare il Palazzo, Roma, le istituzioni e tornarsene a casa. Il trolley è il triste simbolo di una legislatura nata male e destinata a finire, se possibile, anche peggio. Nel segno di un parlamento privato delle proprie prerogative da una maggioranza asservita ad un governo capace di legiferare solo attraverso i decreti legge. Un parlamento umiliato e scavalcato, preso a schiaffi da chi (sempre lui, quello delle escort e delle telefonate a Lavitola e Tarantini) lo ritiene inutile e superfluo. Ma umiliato anche dai tanti deputati che preferiscono il trolley al loro posto in Aula, quello che comunque gli fa guadagnare 14 mila euro netti al mese alla faccia di una crisi che mette le mani in tasca solo a chi le tasse già le paga.
La prossima settimana si discuterà del bavaglio all’informazione, del ddl intercettazioni. E loro saranno ancora lì a votare come comanda il loro Capo, senza alcun interesse per il bene reale del Paese, ma c’è ancora tempo. Intanto, onorevole, prendi il trolley e scappa.