L’indagine che fa tremare la politica e la sanità pugliese si chiude con 41 indagati per i quali i pm sono pronti a chiedere il processo. I magistrati baresi, Desiré Digeronimo, Marcello Quercia e Francesco Bretone hanno, infatti, notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 41 persone coinvolte nell’inchiesta sulla sanitopoli salentina. Tra questi spicca il nome dell’ex assessore regionale alla sanità, Alberto Tedesco che proprio per l’inchiesta lasciò l’incarico in giunta. Tedesco poi è divenuto senatore Pd e oggi siede nel gruppo misto.

A 20 dei 41 indagati viene contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata a commettere reati contro la pubblica amministrazione. E a vario titolo anche i reati di abuso di ufficio, concussione e turbativa delle gare d’appalto. Ma sono complessivamente più di trenta i capi d’imputazione contestati nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Un gruppo di potere, in sostanza, secondo gli inquirenti avrebbe orientato dal 2008 al 2009 gli appalti sulle forniture alle Asl pugliesi. Almeno cinque le gare milionarie pilotate. Tutto ciò facendo in modo che venissero “inseriti ai vertici delle Asl direttori generali di propria fiducia, i quali, in accordo con i referenti politici, nominavano a loro volta, su indicazione dei referenti politici, come direttori amministrativi e sanitari e come primari persone legate ad Alberto Tedesco e a Malcangi (ex segretario di Tedesco) in modo” si legge ancora nelle carte della Procura “da costituire una rete che era in grado di controllare forniture e gare di appalto che venivano illecitamente pilotate verso imprese facenti capo ad imprenditori collegati da interessi familiari e economici con i referenti politici e che erano in grado di controllare rilevanti pacchetti di voti elettorali da dirottare verso Tedesco in occasione delle competizioni elettorali”.

E sul ruolo e la figura centrale di Tedesco, la Procura barese scrive: “Quale assessore della sanità della Regione Puglia ed esponente di spicco organizzava e guidava l’intera struttura; (…)sui vertici amministrativi per destituire dal loro incarico persone che non obbedivano ai suoi ordini”. Come si ricorderà, i magistrati avevano chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere all’arresto (indagato per i reati di concussione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e concorso in falso), ma il Senato a luglio ha respinto la richiesta.

Ma oltre al senatore, spiccano tra gli indagati anche i nomi di Lea Cosentino, ex potente direttore generale della Asl di Bari, gli ex direttori generali dell’Irccs ‘De Bellis’ di Castellana Grotte, Giuseppe Liantonio, e dell’Oncologico di Bari. E tra i nomi legati alla politica Antonio De Caro, attuale capogruppo del Pd alla Regione Puglia, secondo i magistrati De Caro avrebbe tentato di ottenere un intervento di Tedesco per favorire un suo parente in un concorso pubblico.

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