Nel Pdl del Nord chi tocca la Lega rischia di rimanere fulminato. Lo sa bene Emanuele Locci, 31 anni, consigliere comunale di Alessandria, che in queste ore si sarebbe attirato le ire del governatore Cota per alcune dichiarazioni rilasciate al Fattoquotidiano.it. Locci è uno degli otto presidenti regionali della Giovane Italia (l’organizzazione giovanile pidiellina), che hanno redatto un comunicato al vetriolo contro le ultime sparate di Bossi sul tricolore, arrivando a chiedere la rottura dell’asse col Carroccio in favore di un riavvicinamento con il Terzo Polo, finiani compresi. “La secessione è una stronzata se ci credono ancora, alle prossime elezioni vadano pure da soli”, dichiarava al Fatto.
Le parole del consigliere alessandrino, secondo alcuni quotidiani locali, non sarebbero andate giù al presidente del Piemonte, ras del Carroccio in terra allobroga, tanto che gli alleati del Pdl avrebbero ricevuto la richiesta di depennare Locci dalle liste del partito per le prossime elezioni amministrative al Comune di Alessandria. “Cota ha chiesto al mio partito, il Pdl, di farmi fuori perchè difendo il tricolore e rifiuto che la mia e le future generazioni paghino gli sprechi di chi ha governato questo Paese difendendo province e baby pensionati – si sfoga Locci – Mi sembra una situazione assurda, paradossale. Ho detto solo cose di buon senso, scontate: Bossi dice che chi sventola il tricolore è un somaro, io invece rivendico con orgoglio i valori che il tricolore rappresenta e sottolineo come la Lega, dietro alle urla secessioniste, sia in realtà diventato un movimento che difende i privilegi”.
Nel partito del premier però nessun dirigente finora ha mosso un dito per difenderlo dagli attacchi del governatore, anzi. “Alcuni colleghi di partito mi hanno suggerito di non fare casino in questo periodo. Però devo dire che dalla cosiddetta ‘base’, dalle persone lontane dai partiti mi sono giunte tante attestazioni di stima”.
La sua ricandidatura al momento rimane in bilico. Da Piazza Castello negano qualsiasi ingerenza (“siamo impegnati a varare il Bilancio, figuriamoci se abbiamo tempo per queste cose”), però il capogruppo della Lega Nord in Consiglio comunale, Roberto Sarti, è stato abbastanza chiaro: “Locci dovrà rispondere di questi attacchi, non solo al governatore Cota, ma anche ai vertici del suo partito”. Il leader dei giovani pidiellini piemontesi però potrà contare sull’appoggio della Meloni. Se Cota infatti ponesse il veto, il ministro della Gioventù è pronta a scendere in campo per sostenerlo ed assicurarsi che sia messo in lista. “Con il ministro Meloni c’è un’amicizia decennale – spiega – È brava, non è come le tante veline che abbiamo ereditato con la fusione nel Pdl. Quando c’è stato qualche problema in passato mi ha sempre difeso”.
Altri partiti in queste ore lo hanno corteggiato offrendogli una candidatura, dall’Udc a Fiamma Tricolore. Lui però al momento non pensa di lasciare il partito. “Io voglio essere un candidato del Popolo della Libertà, voglio essere una risorsa, non un problema. Sono convinto che mi difenderanno e mi daranno la possibilità di candidarmi. Se mi scaricano mi farò delle domande”.