Il deputato del Pdl dopo aver fatto accogliere al governo la "raccomandazione" di sostituire la festa della Liberazione con il 18 aprile (prime elezioni vinte dalla Dc) spara contro il capo dello Stato
”Pur rispettandone il ruolo, prescindo completamente dalla lettera del Capo dello Stato in quanto proveniente da un ex-comunista, che, pur in buona fede, non può evidentemente dimenticare il proprio passato, che lo vide plaudire all’invasione dell’Ungheria e che dal suo punto di vista non può non attribuire alla resistenza quel valore salvifico che in realtà non ha mai avuto.” Così il deputato Pdl, Fabio Garagnani, ha risposto al sindaco di Marzabotto, Romano Franchi, che nel corso della conferenza stampa di presentazione delle commemorazione della strage di Montesole era tornato a parlare della proposta fatta dallo stesso Garagnani di sostituire il 25 aprile con il 18 aprile, anniversario della prima vittoria Dc alle elezioni.
Franchi, aveva ribadito che la Costituzione è nata nella Resistenza invitando Garagnani a leggersi il telegramma inviatogli da Napolitano.
“Lo spirito con cui quelli di sinistra combatterono non fu certo per amore della libertà – ha scritto ancora Garagnani – ma per instaurare un regime liberticida come quello vigente in Urss. Ciò che mi stupisce, è il silenzio di tanti che non hanno il coraggio di dire in pubblico ciò che mi dicono in privato”.
Non c’è da meravigliarsi delle dichiarazioni di Garagnani che non sono mai diplomatiche. Anzi. Una degli ultimi titoli sui giornali se lo guadagnò alla vigilia della commemorazione della strage del 2 agosto, quella alla stazione di Bologna, chiedendo i militari alla cerimonia per problemi di ordine pubblico.
In silenzio fino a due giorni fa, dopo il riposo estivo, ha proposto al governo (una “raccomandazione” che è stata accolta dall’esecutivo) di sostituire il 25 aprile 1945 con il 18 aprile 1948, la data delle prime elezioni democratiche vinte dalla Democrazia cristiana allora guidata da Alcide De Gasperi.