Cronaca

L’Aquila, un’altra “cricca” del post terremoto <br/>che puntava sui legami con Giovanardi

Una finta onlus, l'appoggio della Curia, una fitta rete di politici e monsignori per accaparrarsi 12 milioni di euro della ricostruzione, erogati dal Dipartimento delle politiche per la famiglia. La Procura manda ai domiciliari il duo Gianfranco Cavaliere e Fabrizio Traversi. Che al telefono dice: "Incassiamo e 'sparimo'"

L’Aquila aspetta i fondi e la ricostruzione, ma dietro i milioni di euro si muovono le “cricche” con contatti ad alto livello. E’ l’ipotesi di accusa della Procura del capoluogo abruzzese, che ha mandato agli arresti domiciliari Gianfranco Cavaliere e Fabrizio Traversi, presunte menti di un’organizzazione che intendeva accaparrarsi i fondi del post terremoto e poi sparire. In particolare, secondo le indagini condotte dai carabinieri del Noe, i 12 milioni di euro gestiti dal dipartimento delle politiche della famiglia, sotto la responsabilità del sottosegretario Carlo Giovanardi e del commissario alla ricostruzione, il presidente della regione Abruzzo Gianni Chiodi.

Proprio gli stretti contatti dei due con Giovanardi, che non è indagato e il cui dipartimento risulta vittima del tentato raggiro, sarebbero stati alla base del progetto, poi fallito per cause estranee alla loro volontà: una fitta rete di rapporti e relazioni per accedere ai soldi attraverso la costituzione di una fondazione, di una onlus e il coinvolgimento di altri soggetti come la Curia aquilana, al momento anch’essa vittima del raggiro. Un raggiro che avrebbe avuto per protagonisti proprio Gianfranco Cavaliere, medico e figlio del consigliere comunale Pdl Raffaele (già indagato in un’altra vicenda), e Fabrizio Traversi, dipendente della presidenza del Consiglio, direttore del sistema qualità dell’Ente italiano montagna.

Interrogati dai magistrati, gli arrestati hanno preferito non rispondere. Indagati anche Nicola Ferrigni, ricercatore dell’Eurispes e presidente della sezione Abruzzo, accusato di aver contribuito all’azione truffaldina così come Silvano Cappelli, sindaco di San Demetrio che ha risposto alle domande del pubblico ministero Antonietta Picardi. “Il senatore Giovanardi – scrive il gip Marco Billi – per quanto emerso finora, è stato sostanzialmente utilizzato dagli indagati i quali hanno saputo fare leva sulla evidente volontà dello stesso di utilizzare i fondi, strumentalizzandone gli interventi di carattere politico nel tentativo di coinvolgere tutti o parte dei fondi sulla loro fondazione”. Alla “cricca” ha giovato, evidenzia il Gip, “lo stretto collegamento politico” di Cavaliere a Giovanardi (qui alcune intercettazioni dell’inchiesta dell’Aquila).

LA CRICCA E LA CURIA. Truffa, peculato, falso ideologico, millantato credito ed estorsione i reati contestati a vario titolo agli indagati. Che, attraverso la relazione con Giovanardi, millantando rapporti con Gianni Letta, facevano pressioni perché il finanziamento andasse in porto, grazie anche all’impegno di Stefano Cappelli, sindaco di San Demetrio, che nell’aprile 2010 presenta il progetto prevedendo che i proventi della gestione vadano alla fondazione, costituita solo un mese dopo.

A perorare la causa degli indagati e del progetto nel giugno 2010 arrivano a Palazzo Chigi monisgnor Giovanni D’Ercole e l’arcivescovo Giuseppe Molinari, al momento ignari del raggiro. Presente anche Massimo Cialente, sindaco dell’Aquila, che interrogato il 13 ottobre racconta: “Durante l’incontro ebbi una discussione sia con Giovanardi che con D’Ercole in merito ad alcune affermazioni dei due. Durante l’incontro, Mons. D’Ercole presentò una fondazione… sottolineando che l’esistenza era giustificata per cercare di realizzare progetti per il territorio perché i comuni non ce la fanno”. La Curia appoggiava il progetto, attraverso la fondazione del duo Cavaliere-Traversi di cui faceva parte, e spingeva per l’assegnazione dei fondi.

Basta ascoltare al telefono gli indagati per capire cosa volevano farci con i soldi appena dopo l’invio della lettera di congruità al progetto da parte dello staff del sottosegretario. E’ il 16 luglio 2010. Traversi:  “Cioè noi incassiamo e sparimo (scompariamo)”. Cavaliere: ” Appunto”. Traversi: “E ci ( incomprensibile, forse fingiamo) solo a costruì (costruire) il progetto per il sociale”. Traversi: “Abbiamo trentasei mesi… sette milioni di euro ha voia a trottà“. Cavalere: “Sì”.

I SOLDI SONO MIEI. Quando arriva il no del commissariato al progetto, Traversi cambia strategia. Bisogna passare alla creazione di un consorzio con i Comuni e la Provincia (indagato anche l’ex assessore Mimmo Srour, che si dichiara estraneo alle contestazioni, già membro della giunta regionale Del Turco), e attivare Giovanardi riconducendo il rifiuto ad una questione politica. Traversi spiega al sindaco Cappelli la situazione, la nuova strategia e il no del commissariato: “Alla fine noi che siamo quelli che sono partiti per primi ce la stiamo a piglià nel culo, e dato che non sono abituato a pigliarla nel culo perché non sono frocio, i soldi sono miei perché sono del dipartimento di palazzo Chigi”.

Il nuovo progetto viene presentato ad agosto del 2010, con l’indicazione di falsi partner come il comune dell’Aquila. Così come diversi componenti della fondazione, presenti sul sito nel comitato scientifico, erano inventati di sana pianta senza che i soggetti coinvolti lo sapessero. Traversi sarebbe il motore di questa macchina di propaganda, relazioni, falsi e truffe. Lui lavora all’Eim, ente italiano della montagna, presieduto dall’onorevole Massimo Romagnoli, Pdl.

I NUOVI FILONI D’INDAGINE. L’inchiesta continua, lo si deduce dagli omissis che caratterizzano molti passaggi dell’ordinanza e dalle parole del gip rispetto a due filoni di indagine. Il primo relativo al ruolo della Curia, in particolare dei prelati Giuseppe Molinari e Giovanni D’Ercole, per capire “il livello di consapevolezza che gli stessi hanno avuto degli effettivi propositi degli indagati… L’associazione e la fondazione hanno la propria sede proprio presso la Curia arcivescovile e che lo stesso arcivescovo Molinari ha partecipato alla fondazione fin dall’atto costitutivo”.

L’altro filone da approfondire è contenuto in un’intercettazione inquietante. Al telefono Antonio Morgante, responsabile della segreteria del commissario per la ricostruzione che al suo interlocutore spiega che bisogna “evitare insomma che qualcuno metta anche le mani su questi soldi che stanno lì e se ne vanno perché questo è il pericolo, che poi tra l’altro hanno messo le mani sui soldi della Protezione civile, quelli dei contratti di consulenza che avevano fatto da due anni a questa parte quindi figurati se non sono capaci di mettere le mani su questi altri”.