In attesa della data per le prossime amministrative dove si deciderà il successore di Vignali, torna in campo l'ipotesi Cancellieri commissario prefettizio a Parma. A Bologna piacque così tanto che Casini tentò di farla diventare un Guazzaloca-bis. La diretta interessata fa comunque sapere: "Parma? Ci penserei".
Sono Wolf e risolvo i problemi. L’ex commissario prefettizio di Bologna Anna Maria Cancellieri sembra essere uscita direttamente da Pulp Fiction. Non sono passati che quattro mesi dalla fine del suo incarico al Comune di Bologna e torna in primo piano la possibilità che la funzionaria del ministero degli Interni diventi commissario dell’attonita Parma post Vignali.
Arrivata a Bologna il 18 febbraio del 2010, per occupare il vuoto lasciato dal dimissionario sindaco Delbono impantanatosi nel famigerato Cinzia-gate, la sessantasettenne romana esperta di problem solving aveva impressionato i bolognesi per la sua risoluta nonché temporanea azione di governo durata fino a maggio 2011.
Un anno e mezzo di drastici interventi per la gestione dei problemi correnti e una brusca frenata ad ogni tipo di progettualità futura. Testacoda politico-amministrativo con il funzionario dello stato che insegna il buon governo all’avanzata città-laboratorio della sinistra italiana.
“Ai bolognesi dico di avere fiducia, di esprimersi e di farsi sentire”, spiegò subito nel giorno del suo insediamento. Un’esperienza come sub-commissario a Milano, di prefetto a Genova, Vicenza, Brescia, Bergamo e Catania, la Cancellieri impostò subito la sua presenza a Bologna senza troppi coinvolgimenti sentimentali.
Eppure un anno e mezzo di commissariamento ha lasciato tracce evidenti sia nell’animo della stessa elegante signora che in quello della frastornata città. Sarà stato per la crisi cronica dei candidati del centrosinistra appena dopo l’epoca dell’asso di cuori Sergio Cofferati; sarà stato per l’infinito gioco ad autoeliminarsi degli improbabili candidati del centrodestra, ma la Cancellieri ha fatto strage di anime e partiti. Piaciucchiava a sinistra, strapiaceva a destra tanto da meritarsi la candidatura osannante a sindaco per l’Udc di un Casini orfano del civico Guazzaloca.
La funzionaria del ministeronon disdegnò la proposta ma chiese di non avere etichette di partito e l’affare saltò. Ora però torna in campo l’ipotesi di una Cancellieri commissario a Parma. Esperienza non nuova dato che la lady/prefetto di ferro aveva raccolto i cocci della giunta Lavagetto, l’ultima targata Pd-Ds-Pds prima dell’avvento dei civici Ubaldi e Vignali, tra marzo a giugno del 1994.
“Io commissario a Parma? Ci penserei”. Così ha risposto il commissario più richiesto sulla via Emilia negli ultimi anni sull’ipotesi Parma 2011. E se a Bologna la Cancellieri ebbe parecchio lavoro da sbrigare, ma non tanto da impedirle un po’ di prime teatrali che tanto ama, a Parma il lavoro di ordinaria amministrazione all’apparenza un po’ più ostico potrebbe risultare paradossalmente più alleggerito proprio grazie al regalo del governo Berlusconi arrivato a Parma sottoforma di 72 milioni di euro, giusto qualche ora prima che Vignali venisse travolto dall’ennesimo arresto di un suo assessore.