Arrestato il presidente della federazione arbitri in Romania Vasile Avram, accusato di corruzione. Avram avrebbe accettato una bustarella di 19mila euro per manipolare alcune designazioni arbitrali a vantaggio del FCM Targu Mures, squadra che gioca nella Liga I, la serie A rumena. A pagarlo, uno degli sponsor della squadra, Sorin-Ioan Terbea, in cerca di un arbitraggio di favore visto il periodo nero della propria squadra, appena 6 punti negli ultime 7 partite.
Scontato il riferimento a una delle Mecche del calcio mondiale: il campionato italiano. Il sito d’informazione sportiva World Soccer parla di “eco della calciopoli italiana”, proponendo ai propri lettori una versione in salsa transilvana degli scandali di casa nostra. Il sospetto, infatti, è che la mazzetta che, secondo il capo d’accusa, il presidente degli arbitri rumeno si sarebbe intascato, sia la solita cosiddetta punta dell’iceberg. A quanto pare, le autorità rumene, alle prese con problemi più urgente di lotta al crimine organizzato ed ordine pubblico, hanno spesso sottovalutato la corruzione nello sport. Ma adesso sembra esserci aria di cambiamento, almeno stando alle dichiarazioni ufficiali.
“Il tribunale penale di Bucarest ha deciso l’arresto per un periodo di 29 giorni di Vasile Avram e Sorin-Ioan Terbea per corruzione”, ha dichiarato alla Reuters Livia Saplacan, portavoce del Dipartimento nazionale anti corruzione DNA. Da un po’ seguivano le mosse di Avram. Il designatore, a quanto pare, veniva ripagato per i suoi favori in denaro contante e viaggi in elicottero, ovviamente gratis. In cambio doveva solo scegliere arbitri morbidi in partite delicate, insomma un giochetto che in Italia conosciamo benissimo.
D’altronde il calcio rumeno non è nuovo a scandali e brogli. Nel 2009 l’allora presidente della Federazione arbitri rumena, Gheorghe Constantin, venne arrestato, sempre per corruzione. In quell’occasione lo scandalo fu più grande e vedeva coinvolti diversi arbitri, pagati dai 3mila ai 15mila euro a partita. Nell’occhio del ciclone finì la FC Arges di Cornel Penescu, uno degli uomini più ricchi del Paese, che era riuscito a mettere le mani su uomini chiave della Federația Română de Fotbal (FRF).
Anche se la trasparenza nel mondo del calcio non è oggi una delle priorità nazionali della Romania, lo scandalo rischia di avere seri contraccolpi internazionali. Neanche a farlo apposta, il giorno dopo l’arresto di Vasile Avram, la Romania si è vista negare l’ingresso nello spazio di libera circolazione di Schengen dal Consiglio Ue affari interni per il doppio veto di Olanda e Finlandia. Tra le principali ragioni di questo stop troviamo proprio l’elevato tasso di corruzione e crimine organizzato che la comunità internazionale rimprovera a Bucarest. Il ministro agli interni rumeno ha parlato di “strumentalizzazione politica”. Purtroppo il mondo del pallone non sembra dargli ragione.