Critica il centrodestra Cesare Romiti, oggi presidente onorario di Rcs Mediagroup, e soprattutto Silvio Berlusconi, al quale in passato è stato tutt’altro che ostile. L’ex numero uno di Fiat intervistato dal Corriere della Sera definisce “inevitabile e urgente” la decisione di cambiare il governo perchè “la maggioranza è ingessata, divisa e in stallo, talmente è logorata”. Il nuovo esecutivo dovrà essere guidato da “una personalità di prestigio” per muoversi rapidamente “non verso programmi fantasmagorici ma irrealizzabili, bensì verso poche cose concrete che diano il senso dell’inversione di marcia”.

Romiti esorta poi “l’onestà intellettuale e la coscienza di coloro che esprimono dissenso affinché riflettano: hanno i mezzi e i voti per spingere il premier a fare un passo indietro”. Le parole dell’attuale presidente di Rcs Mediagroup si ricollegano inevitabilmente con quelle dell’imprenditore Diego Della Valle, che ieri ha pubblicato su quattro quotidiani italiani il suo manifesto-sfogo: “Politici, ora basta”. Una decisione che Romiti sembra apprezzare nel contenuto, ma non nei toni: “Parlare di disastro significa usare frasi forse un po’ a effetto. Però è vero che la maggior parte degli italiani ancora non sembra rendersi conto fino in fondo della gravità della situazione”.

Nel giorno dell’attacco di Romiti a Berlusconi,  anche Romano Prodi torna a chiedere una svolta in un intervento sul Messaggero: “Qualsiasi nuovo timoniere è meglio di quello esistente e il rischio di un cambiamento è certamente preferibile alla certezza che la nostra nave vada a schiantarsi contro gli scogli”.

Romiti affronta anche la questione della nomina del numero uno della Banca d’Italia: i nomi più quotati sono quello di Vittorio Grilli e Fabrizio Saccomanni, che dell’ex amministratore delegato di Fiat è vicino di casa in Toscana. “Venerdì sera ho incontrato Saccomanni con sua moglie. Lui è sereno e tranquillo – sottolinea nell’intervista – nonostante lo spettacolo grottesco che la politica sta offrendo sulla scelta del nuovo governatore”. Saccomanni, oltre a essere il preferito di Mario Draghi, è anche sostenuto dallo stesso Romiti “perchè rappresenta la continuità e ha contribuito molto bene con Draghi a risistemare la Banca d’Italia dopo il periodo Fazio”.

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