L’esperienza di altri Paesi insegna come una burocrazia professionale ed efficiente rappresenti un fondamentale fattore di sviluppo economico. Una burocrazia, invece, che costi più dei benefici che produce rappresenta una palla al piede per ogni possibile sviluppo economico fungendo da disincentivo reale, da “spaventa-investitore”.
La malaburocrazia è persino peggio della criminalità organizzata perchè ti pugnala alle spalle con le sembianze dello Stato mentre il criminale, almeno, ti mostra la sua faccia e rischia sulla propria pelle un possibile “eccesso di difesa”.
Non voglio approfittare di questa tribuna per parlare di esperienze personali, delle vessazioni, delle perdite di tempo, della follia di funzioni semplici che diventano complesse per mezzo di passaggi inutili o utili solo a giustificare l’esistenza stessa della burocrazia, ma per fare un discorso più generale. Oggi, in questa grave situazione economica, l’ultima cosa che possiamo permetterci è di scoraggiare un qualunque progetto di impresa.
Alle imprese, specie giovanili, va semplificata la vita perchè è l’impresa che produce quella ricchezza che mantiene politici, burocrati, dirigenti, impiegati e pensionati pubblici, amministratori di società ed enti partecipati dallo Stato e dagli enti locali, professionisti e consulenti di tali enti, imprese fornitrici ed appaltatrici di tali società ed enti con i rispettivi dipendenti e dirigenti, azionisti, professionisti di fiducia, ecc.
Jacopo Fo in due recenti interventi ha messo giustamente in risalto il costo dell’ineefficienza della burocrazia che i politici di tutti gli orientamenti tendono a sottovalutare e ha formulato una regola aurea che condivido al 100%: “I regolamenti attuativi non sono vincolanti nella forma, ma nella sostanza. Qualunque eventuale contraddizione formale o uso cavilloso della lettera della legge è azione capziosa e pertanto priva di sostanza giuridica”.
Quando saremo finalmente nelle condizioni di ricominciare, con una più credibile classe dirigente, l’efficienza della pubblica amministrazione e l’effettiva tutela dell’imprenditorialità dovranno rappresentare assolute priorità nazionali.