Lo sbadiglio? Checché se ne dica in giro, non ci sono prove che sia contagioso fra le tartarughe dai piedi rossi. E le decisioni meglio ponderate si prendono mentre si sta disperatamente cercando di trattenere la pipì. Sono queste alcune delle ricerche premiate con l’Ig Nobel 2011, il contraltare comico del Nobel, il premio per le ricerche che “prima fanno sorridere e poi fanno pensare” (e poi tornano a far sorridere) assegnato ogni anno durante una cerimonia di gala al Sanders Theatre della prestigiosa Harvard University.

E’ dal 1991 che la rivista “Annals of Improbable Research” assegna 10 premi per altrettante categorie (dalla medicina alla letteratura, passando per la matematica e il premio per la pace) a quelle ricerche che sono così, appunto, improbabili quasi da non sembrare autentiche. Studi che, nonostante il loro carattere peculiare, hanno trovato spazio comunque su affermate riviste scientifiche e che, quindi, si presentano come lavori scientifici di assoluta dignità sebbene molto, molto eccentrici. Come l’Ig Nobel per la medicina, che quest’anno è stato vinto da un lato da Mirijam Tuk (Olanda e Uk) Debra Trampe (Olanda) e Luk Warlop (Belgio) e dall’altro da Mattew Lewis, Peter Snyder e Robert Feldman (Usa), Robert Pietrzak, David Darby e Paul Maruff (Australia), ricercatori che sono arrivati, indipendentemente, alla scoperta che le persone prendono decisioni migliori quando sentono l’impellente bisogno di urinare.

Altra ricerca pronta a cambiare le abitudini della nostra vita potrebbe poi essere quella che ha garantito ai giapponesi Makoto Imai, Naoki Urushihata, Hideki Tanemura, Yukinobu Tajima, Hideaki Goto, Koichiro Mizoguchi e Junichi Murakami, l’Ig Nobel per la chimica: l’invenzione di uno spray al piccantissimo wasabi che è in grado di svegliare una persona che dorme in caso di incendio (in Giappone devono avere il sonno particolarmente pesante). Ma le stranezze non finiscono qui. Avreste mai pensato che dei coleotteri potessero accoppiarsi con delle bottiglie di birra? In effetti è una cosa insolita da vedere, a meno che non si tratti di una bottiglia di una certa marca australiana: sembra una pubblicità, e invece è la ricerca che ha fatto vincere agli australiani Darryl Gwynne e David Rentz l’Ig Nobel per la biologia.

Sulla serissima rivista “Current Biology” è stata poi pubblicata la ricerca austriaca vincitrice dell’Ig Nobel per la fisiologia, che proclama che fra le tartarughe dai piedi rossi lo sbadiglio non è contagioso. Dallo sbadiglio al sospiro. Vi siete mai chiesti perché sospiriamo? No? Ecco perché non avete mai vinto un Ig Nobel per la psicologia e invece Karl Halvor Teigen dell’Università della Norvegia ci è riuscito, esplorando sullo “Scandinavian Journal of Psychology” i più grandi misteri di questo affascinante fenomeno. La fisica, materia che in questi giorni ci sta regalando grandi emozioni fra tunnel e neutrini, invece ha visto trionfare i francesi Philippe Perrin, Cyril Perrot, Dominique Deviterne e Bruno Ragaru che hanno capito come mai i lanciatori del disco soffrono di vertigini, mentre i lanciatori di martello no.

Un premio per la pubblica sicurezza è andato poi a John Senders, università di Toronto, per aver condotto una serie di test di sicurezza con tanto di video in cui una persona guida un’auto in autostrada lottando con una visiera che gli cade ripetutamente sugli occhi, accecandolo. Anche i matematici non si sono fatti mancare i loro vincitori (premiati alcuni fra quelli che in questi anni hanno, fortunatamente invano, predetto probabilisticamente la fine del mondo) e l’Ig Nobel per la pace è andato al sindaco della capitale lituana Vilnius, Arturas Zuokas che ha trovato un modo decisamente molto convincente di risolvere il problema delle auto superlusso parcheggiate in divieto di sosta: passarci sopra con un carro armato.

In Rete è già cliccatissimo un video che mostra questo audace primo cittadino alle prese con una dimostrazione pratica della sua personale misura dissuasiva. E pervaso da grande saggezza è anche l’ultimo Ig Nobel assegnato, quello della letteratura, vinto da John Perry della Stanford University, inventore della ‘Teoria della procrastinazione strutturata’. Come viene spiegato su “Chronicle of Higher Education”, per avere successo, secondo Perry, bisogna sempre “lavorare su qualcosa di importante, in modo da evitare di fare qualcos’altro di ancora più importante”. Che, di primo acchito, sembrerebbe quasi una regola d’oro di molti onorevoli italiani, degna di un Ig Nobel.

di Emanuele Perugini

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