Chiude la storica biblioteca di vicolo Bolognetti nel quartiere San Vitale. Veniva gestita da tre dipendenti, assieme a due ex bibliotecari in pensione e ad un'associazione di volontari. Nel tempo con l'aiuto dei commercianti della zona era diventata perfino un presidio antidegrado e luogo di iniziative per bambini a costi limititassimi.
Costava solo ventimila euro all’anno a fronte di 1800 utenti e oltre 6mila prestiti, ma la biblioteca Ruffilli di vicolo Bolognetti, nel pieno centro di Bologna, verrà dismessa.
Lo ha annunciato il presidente delle istituzioni biblioteche bolognesi, Daniele Donati, ricordando che la scelta fa parte di “un programma generale di riorganizzazione delle risorse del sistema biblioteche”. Un riassetto che tende a tagliare i rami più periferici e decentrati per favorire l’accentramento su Sala Borsa.
I tre dipendenti della Ruffilli che dovrebbero andare a rinforzare l’organico della megabiblioteca di Piazza del Nettuno sono piuttosto sorpresi e amareggiati. “E’ stata una decisione arbitraria di Donati e dell’assessore alla Cultura”, spiegano i rappresentanti sindacali di Cgil e Uil, “ai lavoratori non è stato detto nulla, sono stati avvisati a decisione già presa”.
Il piccolo miracolo della Ruffilli è però sotto gli occhi di tutti. In pochi anni la biblioteca oltre a crescere in termini di prestiti e utenza è diventato un esempio virtuoso in termini di spesa e un presidio contro il degrado in una zona che di sera non è proprio tra le più facili.
“Non c’è stata un’istruttoria tecnica dietro a questa decisione, ma una scelta politica”, continuano i sindacati, “quello che ci spiace è che siamo un esempio di buona gestione di un servizio pubblico e invece di essere valorizzati veniamo trattati come fossimo uno spreco di risorse”.
Alla Ruffilli lavoravano tre dipendenti, di cui uno part time, con il resto della turnistica fornito da tre ex dipendenti in pensione e dai volontari di un’associazione culturale. Solo grazie all’entusiasmo e all’abnegazione di chi si era legato alla Ruffilli quasi come ad una seconda casa erano state portate a termine decine di iniziative con aperture straordinarie serali e domenicali, coinvolgendo bambini, cinefili, musicofili e commercianti della zona. Idee dal basso, costi zero con il valore aggiunto di un’inaspettata aggregazione sociale.
“L’unica idea sembra però solo quella di tagliare per risparmiare. Se Bolognetti chiude per far spazio all’apertura domenicale di Sala Borsa, già chiusa il lunedì per risparmiare, è lecito chiedersi quanto costerà al Comune una soltanto di queste “domeniche”? Sicuramente più dei 20mila euro per gestire la Ruffilli”.
Al posto della biblioteca di vicolo Bolognetti e dei suoi 15mila volumi aprirà probabilmente una sala di lettura: “chi gestirà la sala lettura? Il Comune? Una cooperativa? O subentrerà l’università? Questa scelta ha dimenticato la dignità di chi ha contribuito a rendere questo luogo una novità nel suo settore e ha mortificato chi ha creduto nel lavoro in cui compie, oltretutto gratuitamente”.
(d.t.)