Il presidente della commissione Giustizia e relatore del provvedimento, Giulia Bongiorno (Fli), ha annunciato la possibile rinuncia al mandato: "Non mi sento di essere relatrice di un testo che comporta un black out per l'informazione". Aperture sul ritiro della norma "ammazza blog" per i siti non giornalistici
Le proposte di modifica al ddl intercettazioni arrivano anche dalla maggioranza, ma vanno nel senso opposto rispetto alle variazioni auspicate da chi critica il provvedimento: il capogruppo del Popolo della Libertà in commissione Giustizia, Enrico Costa, con un emendamento punta a fare sì che il contenuto delle intercettazioni fatte durante un’indagine non possa essere pubblicato fino alla cosiddetta “udienza filtro”. Fino al momento, cioè, in cui il magistrato non fa una selezione tra gli ascolti rilevanti per il processo e quelli che non lo sono.
Secondo il ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma è un buon punto di mediazione fra il diritto alla privacy e quello di cronaca. Di parere opposto il Terzo Polo: il presidente della commissione Giustizia e relatore del provvedimento, Giulia Bongiorno, ha annunciato la possibile rinuncia al mandato, se non si rispetta l’accordo raggiunto in due anni e mezzo di lavoro, quando Fli era ancora alleata di Pdl e Lega. “Io non mi sento di essere relatrice di un testo che comporta un black out per l’informazione”, ha spiegato la deputata di Fli. L’Udc, però, non se la sente di sbattere completamente la porta in faccia ai berlusconiani che comunque “qualche passo indietro hanno fatto” e così Roberto Rao avverte che ritirerà le questioni pregiudiziali presentate contro il ddl intercettazioni e che si asterrà su quelle presentate dal resto delle opposizioni
“La nuova proposta della maggioranza di Governo sulla cosiddetta legge sulle intercettazioni allo stato appare ingannevole: una piccola furbizia con trucco”. La bocciatura arriva dal segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana Franco Siddi: “L’acquisizione dell’idea di udienza-filtro, attraverso la quale selezionare le intercettazioni destinate a essere rese pubbliche che fa parte delle proposte Fnsi – sottolinea Siddi – è assolutamente indeterminata nei modi e soprattutto nei tempi e, ancora una volta, rimandata a un successivo decreto del Governo, mentre nel frattempo si fa scattare un insopportabile e ingiustificabile black out su come procede un’inchiesta”.
Pier Luigi Bersani ha ribadito la volontà del Partito Democratico di battersi, alla Camera, contro il disegno di legge sulle intercettazioni: “La nostra posizione è chiarissima e si vedrà dagli emendamenti”. Il partito guidato da Bersani giudica “l’emendamento Costa, un grave passo indietro rispetto al testo approvato in commissione Giustizia”.
Un possibile cambiamento potrebbe arrivare invece sulla cosiddetta norma ammazza-blog: Roberto Cassinelli (Pdl) ha proposto di introdurre l’obbligo di rettifica solo per i siti internet di quotidiani e periodici diffusi per via telematica. Quindi quelli registrati secondo le norme della legge sulla stampa. Se dovesse passare questa ipotesi, i blog amatoriali sarebbero salvi. Un’ipotesi caldeggiata dal ministro delle Politiche Giovanili Giorgia Meloni: “L’orientamento che vorrei si facesse strada nel dibattito parlamentare e nelle modifiche che il governo potrebbe proporre è quello di mantenere l’obbligo di rettifica e la pena pecuniaria in caso di inadempienza, ma solo per le testate online registrate. Rinviando la disciplina dei blog e dei siti personali a un dibattito più approfondito”.