Alla fine la spunta il sindaco di Reggio Emilia Delrio che però sgrida i compagni di partito: "Abbiamo dato un pessimo esempio". Sconfitto il candidato di D'Alema, Michele Emiliano
Il nome di Delrio circolava già da settimane come candidato ottimale, avendo raccolto simpatie da entrambi gli schieramenti politici. Come quelle del sindaco Verona, il leghista Flavio Tosi, che ha più volte dato prova di apprezzare l’intenso lavoro del sindaco di Reggio Emilia all’interno dell’Anci, per difendere i bilanci degli enti locali minacciati dalla finanziaria. Con lui anche diversi sindaci del Pdl, di Sel e dell’Idv.
Insomma una soluzione condivisa, sulla quale sembrava non esserci ostacoli. E invece, a sorpresa i veti sono arrivati dall’interno. A mettersi di traverso sono stati infatti alcuni esponenti del suo stesso partito, tra cui Giuseppe Fioroni e un pezzo da novanta come Massimo D’Alema. L’ex-premier infatti non ha mai nascosto di preferire Michele Emiliano, attualmente alla guida di Bari. Un altro democratico, ma del sud, e in particolare di quella Puglia dove anni fa D’Alema gettò le radici del suo potere politico.
Oggi le due correnti si sono scontrate per ore senza trovare un punto d’incontro. Tanto che alcuni hanno temuto di arrivare davanti all’assemblea con due candidati diversi. Dopo una giornata convulsa e ricca di tensioni, le primarie quindi sono parse a tutti come l’unica soluzione possibile per evitare di spaccare in due il centrosinistra.
“Dobbiamo chiedere scusa a tutti – sono state le prime parole del neocandidato Delrio – e considerare che questa discussione è stata fatta per solo per cercare la migliore soluzione migliore per l’Anci. Ringrazio Michele Emiliano per il confronto democratico che ci ha coinvolto per l’amicizia che mi ha dimostrato firmando per primo la mia candidatura”.