Dopo il declassamento di Moody’s sul rating italiano, arriva un’altra batosta per il nostro Paese. Il Fondo Monetario Internazionale, ha fotografato lo stato di salute dell’economia europea e lanciato l’allarme per Italia e Spagna: i punti di criticità comuni tra i due Stati, sono innanzitutto “gli elevati costi degli interessi sul debito sovrano”, insieme alle misure di risanamento dei conti pubblici e alle “aumentate tensioni sulle banche”. Tre fattori che costituiranno “ostacoli ulteriori su una attività già modesta”.

In particolare l’Fmi giudica “deludente” la crescita italiana negli ultimi 20 anni (un periodo che coincide largamente con l’era berlusconiana, ndr), a causa di riforme inadatte e incomplete, tasse troppo complesse e scarsa produttività del lavoro. Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale per l’Europa, Anthony Borges, ha precisato:”Il problema essenziale è la crescita”, per questo “è importante che il governo per sostenerla, dimostri la stessa determinazione che ha avuto per migliorare le finanze pubbliche”. La principale causa della recessione italiana non è l’instabilità politica, che Borges guidica “normale in Italia”: questa la rende “un caso interessante, un caso speciale”.

Più rassicuranti le parole che questa mattina provengono dall’Unione europea. Sull’Italia la ”Commissione Ue mantiene il suo giudizio”, secondo il quale “il Paese ha preso seri impegni di consolidamento fiscale che vanno nella giusta direzione, e che le permettono di arrivare al pareggio di bilancio nel 2013“, ha detto un portavoce della commissione Ue. ”Non è il caso di speculare sull’ammontare di quanto sarà necessario per la ricapitalizzazione delle banche, la situazione cambia giorno per giorno”, ha puntualizzato il portavoce del Commissario europeo per gli affari economici, Olli Rehn, rispondendo ad un giornalista che chiedeva di precisare se l’ordine di grandezza di tale ricapitalizzazione fosse tra 100 e 200 miliardi di euro. Il portavoce ha ribadito che Rehn “ha parlato di approccio europeo” intendendo “sforzi nazionali coordinati”.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel intanto ha annunciato che “la Germania è pronta a ricapitalizzare le sue banche”, spiegando che su questo tema anche l’Unione europea deve prendere “decisioni in fretta”. Secondo il primo ministro tedesco “è importante, se c’e’ una visione generale sul fatto che le banche non sono sufficientemente capitalizzate per l’attuale situazione di mercato, che lo si faccia”. La Merkel apre anche alla possibile modifica dei trattati Ue, perché “se le risposte attuali date dall’Europa alla crisi con la revisione del patto di stabilità non funzionassero” servirebbero altri mezzi per farvi fronte.

Nell’elenco dei paesi che sono cresciuti poco, anche la Gran Bretagna, che combatte “con prospettive minime di entrate reali”. Oltre a una crescita modesta a livello globale, nel 2012 non si può escludere nemmeno una “recessione”, come si legge nel rapporto sulla situazione economica dell’Unione Europea. Il richiamo “internazionale” si aggiunge a quello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “La sfida che investe oggi l’eurozona è parte delle tensioni che attraversano l’intera economia mondiale. Essa richiede rigore e disciplina nel governo delle economie europee, ma richiede anche solidarietà, coesione, attenta e coordinata governance di tutta la comunità internazionale”.

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