Avanti tutta verso l’inceneritore. E’ arrivata questa mattina, improcastinabile, la sentenza del Tar di Parma: è stata accolta la richiesta di sospensiva e quindi il riavvio dei lavori all’interno del cantiere, presentata da Iren per l’impianto di termovalorizzazione di Ugozzolo. In poche parole, i giudici hanno concesso al colosso energetico di riprendere la costruzione dell’inceneritore, sospesa dal Comune di Parma a maggio scorso a causa della mancanza delle autorizzazioni necessarie: si trattava infatti di un abuso edilizio, visto che la vocazione del terreno non era mai stata cambiata. In pratica, nella procedura burocratica relativa al progetto dell’inceneritore, sembrerebbe mancare un atto, la concessione edilizia, appunto, che legittimi il prosieguo dei lavori. Per questo erano stati posti i sigilli al cantiere, con un provvedimento di fermo, per quanto più di qualche cittadino abbia documentato con video e fotografie che, in realtà, qualche macchinario all’interno si sia continuato a muovere.
I giudici del Tribunale Amministrativo Regionale hanno deciso quindi di consentire la ripresa dei lavori per la costruzione del termovalorizzatore, dopo la discussione che si è svolta mercoledì mattina. La sospensiva, invece, è stata pubblicata questa mattina. Il Tar ha inoltre fissato al 7 dicembre l’udienza in cui sarà discusso il merito della questione.
Soddisfatti ovviamente i vertici di Iren, che avevano visto nell’amministrazione comunale la loro spina nel fianco, visto che Provincia e Regione hanno sempre sostenuto la realizzazione della struttura “marchiata Pd”. Un doppio risultato, visto che nell’arco di 10 giorni l’amministrazione comunale non potrà più opporre resistenza, visto che sarà sostituita da un commissario terzo. E anche il referendum, richiesto dai cittadini e giudicato in un primo momento legittimo, è stato rifiutato dalla stessa commissione comunale, in quanto “i lavori erano già iniziati”. Nessuna reazione invece arriva dal Comune.
Nell’accogliere la richiesta di sospensiva del provvedimento del comune, il Tar ha inteso tutelare “l’interesse pubblico dell’intervento” e l’eventuale “pregiudizio”che uno stop prolungato del cantiere potrebbe produrre in capo a Iren, che ne sta sopportando i costi. Un interesse pubblico non tutelato da un’opera che graverà sulla salute di tutti, invece, è quello che pensa l’associazione Gestione corretta rifiuti, che da oltre 2 anni è attenta alla questione e autrice di esposti contro le non conformità della struttura e proposte per impianti alternativi. “Il Tar di Parma ha annullato la sospensiva del Comune di Parma del 22 agosto che aveva messo in stand by i lavori all’inceneritore – commenta a caldo l’associazione -. Indiscrezioni parlano di una decisione influenzata anche dalla recente bocciatura del referendum abrogativo proposto dal comitato No Inceneritore”.