L’unico punto fermo del futuro della Cineteca di Bologna è che da gennaio 2012 non sarà più un’istituzione pubblica ma una fondazione privata. L’ok della giunta comunale c’è già, ma gli attori e le modalità di questo passaggio sono ancora dai contorni indefiniti. In particolar modo a guardare con più preoccupazione al loro destino professionale è la sessantina di lavoratori, tra tempi indeterminati e precari.
La Cineteca è un’autonoma istituzione dell’assessorato alla cultura del Comune di Bologna dal 1995. Ma è dal 2003, sotto la giunta Guazzaloca, che si è iniziato a discutere di una possibile trasformazione del suo statuto giuridico, con una forte accelerazione durante gli ultimi mesi del mandato commissariale della Cancellieri. Un passo obbligato secondo l’assessore alla cultura Alberto Ronchi per mettere a norma i laboratori de L’immagine ritrovata dal momento in cui per legge non ci potranno più essere aziende all’interno dei comuni.
Si tratta comunque di un progetto di privatizzazione che trasformerebbe la Cineteca da istituzione comunale a fondazione con partecipazione pubblica di maggioranza. Nelle previsioni il Comune dovrebbe essere il soggetto economico più rilevante con un contributo annuo di oltre due milioni di euro, con l’ipotesi di un incremento annuo di 50mila euro fino al 2017. Un’idea che probabilmente verrà scartata nell’urgente pianificazione finale.
“Stiamo costruendo un business plan per non andare in perdita e per potenziare l’eccellenza Cineteca”, afferma l’assessore alla cultura Alberto Ronchi. Infatti, in uno degli ultimi conti economici elaborati, oltre al contributo del Ministero della Cultura (350000 euro previsti in calo di diecimila euro ogni anno), della Regione Emilia Romagna (attorno ai 610mila euro costanti fino al 2017), delle fondazioni bancarie (la Carisbo intenzionata nel tempo a ridurlo dai 580mila iniziali, la Del Monte con 150000 euro in modo costante), dai soci sostenitori (50000 euro) e il tesseramento Amici della Cineteca (40000 in aumento negli anni), non c’è ancora traccia di un’altra partnership privata, il classico mecenate, che alleggerisca il peso economico poggiato sulle spalle del Comune.
A nemmeno due mesi e mezzo dallo sbandierato e storico passaggio, questo rimane uno dei principali nodi da sciogliere. L’assessore Ronchi non esclude l’ipotesi che col tempo “l’attività della Cineteca sarà in grado di produrre reddito, ma per ora la scelta va fatta su un’idea di risparmio potenziale”. Eventuale, quindi, ma non ancora concreto.
Comunque di tutto questo si parlerà a partire dalle prossime settimane quando a Palazzo d’Accursio inizierà ufficialmente l’iter tecnico-burocratico che porterà la fondazione Cineteca ad essere operativa entro gennaio.
Un percorso che prevede anche l’incontro con i sindacati, che finora hanno guardato con sospetto il cambiamento in atto. “Da mesi andiamo richiedendo con toni garbati di aprire un confronto che tratti del progetto relativo alla Cineteca”, ha affermato Vannini (Cgil) non più di cinque giorni fa, “Abbiamo chiesto di produrci un piano industriale della cultura da discutere per la parte che riguarda il lavoro. C’è stato risposto che l’assessore avrebbe provveduto in presenza di un orientamento definitivo della giunta”.
Ora che il via libera è stato dato e che il tempo stringe, questo dialogo risulta sempre più urgente. In gioco il futuro dei lavoratori della Cineteca. Per i trentanove dipendenti comunali della Cineteca sarà permesso scegliere se accettare il passaggio alla fondazione, quindi con un contratto privato (l’ipotesi è una maggiorazione del 30% dello stipendio) o di essere trasferiti in un altro settore del Comune di Bologna.
Parliamo di realtà professionali specializzate, con molti anni di esperienza in un settore lavorativo peculiare alle spalle, che all’improvviso si ritrovano di fronte ad un bivio tra un solido impiego pubblico e uno privato tutto ancora da costruire.
Ancor più delicata la situazione dei 19 precari che tra partite Iva, co.co.pro. e collaboratori occasionali, si sono già confrontati con lo spettro della disoccupazione negli ultimi anni tra un rinnovo e l’altro del contratto. “E’ probabile che verranno sistemati molti dei precari e che andremo ad assorbire e stabilizzare il maggior numero possibile dei rapporti di lavoro”, cerca di rassicurare Ronchi.
Ad oggi però tutti i lavoratori della Cineteca non hanno ancora avuto documenti, piani e progetti in base ai quali valutare la loro scelta nonostante manchino settantacinque giorni alla fondazione. E’ lo stesso Ronchi ad ammettere: “Dovremmo accelerare i tempi se vogliamo arrivare al voto favorevole del consiglio comunale entro Natale. Non basterà il solo parere della giunta, ma un percorso partecipato, quindi con il consenso dell’opposizione”.
di Davide Turrini e Giulia Zaccariello