Politica, economia, industria e la tragedia di Barletta. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Biella nel primo dei tre giorni che trascorrerà in Piemonte, ha toccato vari temi nel corso di un incontro con gli amministratori locali. Il minuto di silenzio per le vittime del crollo di Barletta – che ha aperto al Teatro Sociale della cittadina piemontese la visita del capo dello Stato – è stato l’occasione per ritornare sulla questione dell’occupazione al meridione, dove per Napolitano “a volte si lavora in condizioni bestiali”. “E’ lo specchio di un’economia arretrata, fragile, di un’Italia che fatica e produce come può” ha detto il presidente della Repubblica, secondo cui “il ruolo e il peso dell’industria manifatturiera nel nostro paese è irrinunciabile”.
L’attualità politica, poi, ha offerto all’inquilino del Quirinale lo spunto per chiedere un cambio di marcia. “L’Italia ha bisogno di coesione e rinnovamento etico. Sapete da dove vengono queste parole. C’è un forte impegno della Chiesa e io dico grazie a questo impulso che viene innanzitutto dal Pontefice Benedetto XVI per l’unità d’Italia” è stato il pensiero del presidente della Repubblica, che poi ha lanciato un appello per superare le attuali divisioni, perché “l’Italia non ha bisogno di essere divisa da pregiudizi e da contrapposizione, urge coesione e unità non formale”. Un monito partito dalla difficile situazione economica e politica del Paese, per cui “spirito di sacrificio e slancio innovativo sono le condizioni per poterci collocare in un mondo così cambiato – ha detto Napolitano – . Nel mondo sono cambiate molte cose dobbiamo tendere ad uno slancio innovativo”. Uno slancio che per Napolitano non può non passare dalla coesione: “Dobbiamo aprire nuove prospettivedi sviluppo anche nel Mezzogiorno – ha sostenuto il capo dello Stato -, dove ci sono risorse e potenzialità per l’economia italiana. L’Italia deve crescere insieme e non solo per un motivo di equità e giustizia, ma perchè diversamente non garantiremo all’economia nazionale il ritmo di crescita di cui abbiamo bisogno”.
Il capo dello Stato, inoltre, ha ringraziato i presenti per l’accoglienza, sottolineando che sono questi attestati di stima a dargli “la fiducia necessaria per svolgere il mio mandato in condizioni difficili giorno per giorno”. Confermato, inoltre, il suo placet per il federalismo: “Ci sono delle riforme da attuare, a cominciare da quella per la struttura federalista dello Stato, che è dentro la nostra Costituzione e il nostro Stato unitario e per cui confermo il mio impegno” ha assicurato il capo dello Stato, che poi, in un passaggio finale del suo intervento, ha celebrato “lo straordinario insegnamento” che ha lasciato Quintino Sella, consigliere comunale a Biella al pari di Giuseppe Pella. Di quest’ultimo, Napolitano ha ricordato che nel 1953 dopo elezioni ‘di rottura’ Luigi Einaudi gli affidò l’incarico di formare ‘un governo di tregua’ dicendo ‘ce ne è bisogno’. Napolitano ha commentato: “Non durò a lungo ma servì “. Forse un messaggio subliminale ad uso e consumo di chi governa oggi.