Sta per scattare l’ora x per almeno 46 mila insegnanti che aspirano a diventare presidi. I posti in palio sono 2386. Una selezione durissima: prima delle prove scritte e orali vere e proprie la Gelmini si è inventata una preselezione. In pratica il prossimo 12 ottobre in ogni regione verranno convocati i candidati e a loro somministrati dei quiz. Un centinaio a testa, a cui dare risposta in 100 minuti. E passa chi azzecca almeno 80 risposte esatte.. Ma qui sta il punto a dir poco paradossale. Nelle ultime settimane il ministero ha fatto conoscere una batteria di 5700 quiz riguardanti otto aree di competenza. Al momento della prova ogni candidato riceverà il malloppo completo dei quiz e una scheda con i cento quiz estratti e a cui dare risposta da ricercare seduta stante nel citato malloppo. La scheda non appena compilata verrà consegnata ai commissari. C’è da augurarsi che a quel punto nelle schede non compaiano gli errori che già sono stati individuati nella batteria delle domande: almeno un migliaio.
Errori di ogni genere. Qualche esempio. L’età media per entrare a scuola, in Europa? Non è sei anni – come suggerisce la risposta ministeriale – ma tra i quattro (in Irlanda) e i sette (nelle nazioni scandinave). E la Romania? Non è entrata in Europa nel 2006, ma il primo gennaio 2007. Senza contare che ci sono dodici domande così lunghe da prendere un minuto per leggerle : un minuto, però, è il tempo necessario per leggere e rispondere. Ma ce n’è di tutti i colori. Questa domanda, ad esempio: “Si parla di apprendimento attivo quando gli studenti apprendono…”. E la risposta ministeriale (quindi esatta) dice: “Muovendosi e facendo qualcosa piuttosto che stare seduti ai loro banchi a leggere, completare compiti o ascoltare l’insegnante”. Una risposta che farebbe saltare sulla sedia qualsiasi insegnante che abbia una minima pratica di lavoro.
Comprensibili le contestazioni a questo tipo di prova avanzate da ogni parte. Maurizio Tiriticco, uno dei più esperti pedagogisti della Sapienza di Roma , ha affermato: “La cosa che più colpisce non è il gran numero di errori marchiani, che con un semplice pretesto sarebbero stati tempestivamente individuati e corretti, e neppure il fatto che molti quesiti appaiono per lo meno stravaganti e risibili, ma l’estrema disomogeneità della loro confezione: ora compaiono item estremamente pretenziosi, ora quesiti secchi e concettualmente assai poveri. Non viene mai rispettata la regola che le risposte dovrebbero avere la medesima lunghezza, almeno per ogni coppia; a volte l’item è introdotto dal solo soggetto, scelta che potrebbe dar luogo a centinaia di completamenti; invece, se la parte iniziale dell’item fosse costituita di soggetto, predicato ed anche di qualche complemento, si dovrebbe poi chiudere con opzioni che non è sempre facile proporre: ed è proprio qui la difficoltà della confezione di un item. Concludendo, sotto il profilo della fattura docimologica, gli item non solo sono molto disomogenei, ma molti di essi sembrano tirati via… alla carlona ed è difficile riconoscervi la dignità di una prova”.