Il presidente di Bankitalia lancia l'allarme, denunciando la precaria situazione delle famiglie e del mercato del lavoro. E auspica "riforme strutturali per combattere la stagnazione"
Le parole pronunciate dal capo della Banca d’Italia, che da qui a poche settimane sostituirà Jean-Claude Trichet alla Bce (mentre sul suo successore in via Nazionale c’è ancora incertezza), suonano come un monito importante per chi governa il Paese.
“C’è un problema di inutilizzo del patrimonio di conoscenza, della capacità di innovazione delle giovani generazioni”, ha detto Draghi. Ai giovani sono state offerte “sempre più scarse opportunità di contribuire allo sviluppo economico e sociale con la loro capacità innovativa, la loro conoscenza, il loro entusiasmo”, e “la bassa crescita dell’Italia negli ultimi anni” è un riflesso di questo tipo di politica.
E dunque bisogna intervenire anzi tutto sul mercato del lavoro. Che, spiega, “oggi è diviso in settori protetti e non protetti”, mentre è necessario un intervento “sulla regolamentazione delle diverse tipologie contrattuali, estendendo la copertura degli istituti assicurativi”.
Servono anche misure di facilitazione all’accesso al capitale e di riduzione dei costi di avvio delle attività: “Rimuovere gli ostacoli all’attività economica riducendo i costi di apertura e di gestione delle nuove imprese, allentare le difficoltà di accesso al capitale di rischio”, anche attraverso la promozione del venture capital, spiega il vertice di Bankitalia, è necessario per “promuovere la partecipazione economica delle nuove generazioni”.
Il vertice della Banca d’Italia parla anche delle famiglie, specie quelle con figli, la cui condizione di povertà economica “si è aggravata”. “Tra il 2007 e il 2010 il reddito equivalente, ovvero corretto per tenere conto della diversa composizione familiare”, spiega, “è diminuito in media dell’1,5 per cento”. Il vertice di palazzo Koch indica chiaramente la priorità nelle riforme strutturali, necessità che anche l’Europa va chiedendo con insistenza al nostro Paese.
Poi, proprio mentre gli studenti di tutta Italia sono scesi in piazza per denunciare i tagli alle scuole pubbliche, il governatore di Bankitalia definisce “indispensabile” una riforma del settore dell’istruzione “per incrementare lo stock di capitale umano, oggi inferiore in quantità e qualità rispetto ai paesi con cui competiamo sui mercati”.