Il segretario nazionale Giorgio Airaudo fa una previsione: "Penso che Confindustria sia finita e non credo sia in grado di recuperare la Fiat”. La mobilitazione sarà estesa alle aziende della componentistica, con una manifestazione nella Capitale
L’uscita della Fiat da Confindustria, annunciata pochi giorni fa dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, “rischia di peggiorare le condizioni di lavoro” e c’è anche il pericolo di un “disimpegno industriale dell’azienda nel nostro Paese”, ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, annunciando lo sciopero nazionale per il gruppo: “Scioperiamo perché Fiat resti in Italia”.
L’obiettivo della protesta indetta dalla Fiom è quello di dare unità a tutte le vertenze che riguardano il gruppo industriale torinese, come ha spiegato il segretario nazionale dei metalmeccanici della Cgil responsabile per il settore auto, Giorgio Airaudo, annunciando l’iniziativa di mobilitazione nel corso dell’assemblea dei delegati Fiom.
Prima della votazione in assemblea Airaudo aveva sottolineato la necessità di agire “subito”, specie alla luce della decisione ufficializzata dal Lingotto: il fatto che Fiat non farà più parte di Confindustria, la chiusura annunciata degli stabilimenti di Termini Imerese e di Valle Ufita e il taglio delle pause, rientrano, per il segretario nazionale dei metalmeccanici Cgil, “nello stesso disegno”. Un quadro contro cui il sindacato ha deciso di proporre lo sciopero anche per “rimettere al centro dell’attenzione il piano industriale di Fiat”. Insomma, l’obiettivo della mobilitazione è anche quello di “mandare un segnale a tutto il Paese”.
Il sindacalista ha ribadito anche la sua posizione rispetto alle ultime modifiche che di fatto aggirano l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: “Noi non siamo rassegnati alla ‘legge Fiat’, ovvero all’articolo 8 della manovra di agosto”. Dalla mobilitazione, ha detto Airaudo, può arrivare “un contributo importante per la riconquista del contratto nazionale, un segnale importante per tutta la categoria”. Tornando a parlare dello strappo della Fiat, che ha accelerato la necessità di reagire, il segretario nazionale dei metalmeccanici si è lasciato sfuggire anche una previsione: “Io penso che Confindustria sia finita e non penso sia in grado di recuperare la Fiat”.
A conclusione del suo discorso il segretario generale della Fiom ha annunciato che lo sciopero sarà l’occasione per lanciare alcune campagne. A tal proposito Airaudo ha aggiunto che “serve una commissione di inchiesta, un’audizione al Parlamento italiano sui diritti di cittadinanza nei luoghi di lavoro”.
Plauso allo sciopero è stato espresso dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso. Parlando con i giornalisti nel corso del corteo del pubblico impiego che sta sfilando nel centro di Roma, la Camusso ha definito “giusta” la decisione, perché i problemi “sono stati resi ancora più evidenti dalla scelte della Fiat”. Sbagliate, invece, secondo la sindacalista, le decisioni del Lingotto che riguardano il piano industriale, il progetto Fabbrica Italia e quelle “sulla sorte dei lavoratori”.