Costa 590 milioni fotografare i cittadini. Per la prima volta si può compilare il questionario anche via internet ma il portale non regge l'afflusso e l'istituto è costretto a scusarsi
Per la prima volta il questionario del censimento si può compilare anche on-line. E oggi, al primo giorno utile, il sito è andato in tilt. Secondo quanto riferisce l’Istat, già dalle prime ore del mattino sono stati, infatti, raggiunti picchi di 500 mila collegamenti contemporanei al portale. L’afflusso (comunque previsto considerato che il censimento si svolge ogni dieci anni e deve fotografare oltre 25 milioni di famiglie italiane) ha creato di conseguenza rallentamenti e difficoltà di accesso. E l’Istat ha ricordato che per compilare e restituire il questionario online, come pure nelle altre modalità previste (riconsegna agli uffici postali e ai centri comunali di raccolta), c’è tempo fino alla fine dell’anno in corso. Insomma: fate con calma. Ma fatelo. Perché rispondere è obbligatorio. Chi non ottempera a questo obbligo (fissato da un decreto legislativo del 1989, n. 322) incorre in una sanzione amministrativa che può andare da un minimo di 206 euro a un massimo di 2.065. Ma certo oggi è stato complicato anche riuscire semplicemente a collegarsi al sito. L’ex consigliere comunale di Bologna, Nicolò Rocco di Torrepadula, ha tentato. Inutilmente.
”Complimenti vivissimi! Dopo avere sbandierato l’obbligo di compilare il censimento, possibilmente il 9/10 e preferibilmente on-line, da bravo cittadino mi sono seduto stamani davanti al computer per compilare on-line, il questionario e, dopo un’ora di tentativi di connettermi al sito e aprire il modulo, è comparso un messaggio, chissà perché in inglese visto che siamo in Italia, che mi dice che il servizio di compilazione on-line al momento non è disponibile”, ha raccontanto Torrepadula. In effetti altri tentativi di altre persone hanno avuto lo stesso esito: “Ho provato allora – prosegue Rocco – a chiamare il numero verde 800.069.701 per avere assistenza ma, dopo essere riuscito a trovare la linea libera, cosa tutt’altro che facile, una sbrodolata di parole, 95% inutili, mi ha detto semplicemente che nessun operatore era al momento disponibile e di richiamare più tardi o mandare una mail a: infocens2011@istat.it, cosa che sto facendo”.
Per arrivare alla fase finale ci sono voluti circa quattro anni di lavoro per un costo complessivo di 590 milioni di euro. Dei 590 milioni di euro, 330,6 andranno agli organi di censimento (Comuni, Regione Val d’Aosta, province autonome di Trento e Bolzano, ministero dell’Interno), 220 saranno destinati a spese correnti per l’acquisto di beni e servizi, 8,6 milioni saranno per spese in conto capitale e 30,8 serviranno per la remunerazione del personale assunto dall’Istat a tempo determinato per il censimento. Il costo per ogni abitante dell’intera operazione censuaria sarà di 10 euro, al dì sotto della media statunitense (34,4 euro) e lievemente al dì sopra del costo pro-capite britannico (8,7 euro).
Il lavoro preliminare, ha spiegato il presidente dell’Istat, è iniziato nel 2010 con la raccolta delle liste anagrafiche fornite dai Comuni, e delle altre liste che rilevano la presenza dei cittadini sul territorio. L’utilizzo di questo metodo ha permesso l’invio dei questionari via posta e consentira’, incrociando i dati raccolti, di elaborare un archivio dei numeri civici. Il questionario, compilabile sia in versione cartacea sia on line, e’ previsto in due versioni: completa e ridotta. La prima è composta da 26 domande su famiglia e alloggio e 58 quesiti in ciascun foglio individuale. La seconda, che sarà distribuita a due terzi delle famiglie residenti nei centri abitati dei Comuni capoluogo di provincia o con almeno 20mila abitanti al primo gennaio 2008, prevede 5 domande su famiglia e alloggio e 30 in ciascun foglio individuale.
Dal primo ottobre al 29 febbraio è attivo il numero verde 800069701, tutti i giorni dalle 9 alle 19, per qualsiasi chiarimento. Dal 9 ottobre al 20 novembre sarà possibile riconsegnare i modelli, compilandoli on line oppure consegnando i moduli cartacei negli uffici postali o in uno dei centri di raccolta allestiti nei comuni. Dal 21 novembre al 29 febbraio entreranno in azione i 60mila rilevatori, reclutati dai Comuni e incaricati di recuperare i questionari non ancora restituiti e rilevare le famiglie non presenti nelle liste anagrafiche. Questi operatori dovranno rilevare inoltre le convivenze in ospedali, alberghi, conventi; le abitazioni non occupate e gli edifici. Nel corso di tre mesi, dovranno essere completate le operazioni di rilevamento: entro il 31 dicembre 2011 per i Comuni con meno di 20mila abitanti; entro il 31 gennaio per i quelli tra 20mila e 150mila abitanti; entro il 29 febbraio per i Comuni con più di 150mila. Il 31 marzo è prevista la diffusione dei primi risultati provvisori per Province e Comuni, mentre i dati per la popolazione legale saranno disponibili entro la fine del 2012. La pubblicazione dei dati definitivi è prevista infine per il 2014.