Filippo Penati, ex sindaco di SestoSan Giovanni (Milano) ed ex presidente della Provincia di Milano, indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti, oggi per la prima volta è stato sentito dai pm Walter Mapelli e Franca Macchia, titolari dell’inchiesta su un presunto giro di tangenti per le aree ex Falck e Marelli.

Un faccia a faccia durato oltre otto ore e al termine del quale l’ex capo della segreteria politica di Bersani ha detto di aver risposto a tutte le domande degli inquirenti. “Ho ricostruito nel dettaglio i rapporti da me intrattenuti sia con i coimputati sia, soprattutto, con gli imprenditori che mi hanno accusato”. Mostrando sicurezza, Penati ha aggiunto: “Credo di aver dato un contributo che ritengo comunque importante per consentire agli organi giudiziari, che proseguiranno le indagini e che dovranno successivamente esprimere un giudizio, di stabilire, nel modo più completo possibile, se io debba essere considerato responsabile o meno delle accuse che mi sono state rivolte”. Poi anche un annuncio che guarda già al futuro: “Desidero precisare che, all’esito della decisione giudiziaria, mi riterrò libero di chiedere alla magistratura di accertare se coloro che mi hanno accusato lo abbiano fatto ingiustamente e debbano rispondere di tutti i danni da me subiti”. Sul contenuto dell’interrogatorio, però, non si sa praticamente nulla: il verbale è stato secretato in quanto, hanno spiegato i suoi legali, “sono necessari una serie di riscontri”.

Le indagini sul giro di tangenti per la riqualificazione dell’ex area Falck lo scorso 25 agosto hanno portato in carcere l’ex assessore sestese Pasqualino Di Leva e l’architetto Marco Magni. Per Penati e per il suo ex braccio destro Giordano Vimercati la Procura aveva chiesto l’arresto respinto poi dal gip con un provvedimento che è stato impugnato dai pm al Riesame di Milano. L’udienza davanti al Tribunale della Libertà è stata fissata per il prossimo 21 ottobre.

L’ex presidente della Provincia di Milano sarebbe responsabile di corruzione per aver ricevuto dall’imprenditore Piero Di Caterina circa 3,5 milioni di euro, in parte poi restituiti, per l’ampliamento dell’area edificabile volumetrica della Falck che da 600mila metri quadri sarebbe dovuto arrivare a un milione 200mila metri quadri ma che si attesto a 900mila metri quadri. Del finanziamento illecito ai partiti ha parlato invece l’imprenditore Piero Di Caterina che ha precisato recentemente di aver versato non mazzetta ma finanziamenti “perché quando sei vicino a un politico è inevitabile avere dei vantaggi”. Oltre al capitolo relativo all’area ex Falck, Penati è convolto nell’indagine sull’acquisto del 15%, avvenuto nel 2005, di azioni della Serravalle da parte della Provincia di Milano.

L’ente comprò quei titoli a quasi 9 euro dal gruppo Gavio che le aveva pagate 3 euro. Per gli inquirenti a monte di quella compravendita ci sarebbe stata una riunione per definire il sovrapprezzo così da creare tangenti da destinare a Penati e al suo ex braccio destro Vimercati. Penati, ha sempre respinto ogni addebito. Quello di oggi è il primo faccia a faccia tra il politico e i magistrati, un incontro chiesto e ottenuto dallo stesso ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo.

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