Politica

Varese, i delegati della Lega insorgono <br> contro Bossi e lui li definisce “fascisti”

Dal congresso di Varese dove è stato eletto il candidato bossiano Maurilio Canton, il leader del Carroccio avvisa: "Correnti nel partito? La Lega li bastonerà"

VARESE – “Quando ho parlato ho visto in seconda, terza fila, un paio che me li ricordo a Varese nel Msi, dei fascisti”. Con una pesante stoccata il leader della Lega Umberto Bossi risponde a chi, durante il congresso provinciale a Varese, lo ha contestato. Rimostranze, secondo il capo del Carroccio, “un po’ organizzate”.

Ma i mal di pancia nel partito della Padania sono evidenti: “E’ il giorno peggiore da quando sono nella Lega”, ha detto Mario De Micheli, sindaco leghista di Caronno Varesino all’uscita dal congresso. Una frase che sintetizza lo stato d’animo di gran parte dei miliatanti, visibilmente e apertamente delusi dal risultato del meeting. Tanti i no comment, tante le smorfie, ma qualcuno non si trattiene e si lascia scappare un: “Sono deluso”, altri, come la sindaca nera di Viggiù, Sandy Cane, si spingono oltre: “E’ uno schifo”. Tanta parte della Lega non ha digerito l’imposizione del nuovo segretario provinciale, Maurilio Canton, eletto per acclamazione dopo l’intervento di Umberto Bossi.

È stata una mattinata intensa quella varesina, che secondo l’opinione di tanti militanti ha segnato una pagina nera per il partito. Trapela anche qualche indiscrezione. Sembra infatti che Roberto Maroni non abbia voluto intervenire, neppure su richiesta della sua base. Non c’è stato, nemmeno questa volta l’atteso strappo tra bossiani e maroniani. Uno strappo che probabilmente ai vertici non avverrà mai, ma che alla base è già stato consumato da tempo.

Sugli altri due candidati alla segreteria provinciale, che poi hanno abbandonato la corsa, Bossi ha detto che “si sono ritirati con grande facilità”. E, rispetto alla minaccia della formazione di correnti all’interno del partito, ha risposto: “La Lega li bastonerà”.

Ma ecco come è andato il congresso: tutto inizia verso le 10 del mattino, con l’arrivo dei delegati all’Ata Hotel. Entrano alla spicciolata, tra di loro anche Roberto Maroni e altri big del partito, nessuno rilascia dichiarazioni. Si capisce da subito che sarà una mattinata tesa. I giornalisti vengono allontanati, dentro alla sala i militanti si cimentano in interventi a favore della democrazia di partito, per l’elezione del nuovo segretario provinciale si chiede a gran voce il voto. Ma qualcosa va storto. Verso le 11 arriva a sorpresa Umberto Bossi che dopo una lunga anticamera entra in sala e, al termine di una mattinata concitata, impone l’elezione di Maurilio Canton per acclamazione. Un gesto inconsueto per la Lega e i leghisti, che volevano votare, magari scheda bianca, anche per contarsi. Qualcuno stenta a crederci, parte la contestazione contro questa decisione e qualcuno minaccia anche ricorsi contro il risultato del congresso. Servirà ancora del tempo per capire se e quali saranno le mosse dei delusi. Alle 14 si sono spalancate le porte, dentro Maurilio Canton si lascia andare a manifestazioni di giubilo, con dichiarazioni di compattezza e unione. Tutt’attorno, però, c’è la tempesta.