Dopo le cariche della polizia un centinaio di ragazzi si è diretto alla Corte d'Appello in vicolo Monticelli e, dopo aver forzato le porte degli uffici dove vengono notificati gli sfratti, hanno gettato i faldoni in strada. Cortei analoghi in altre città d'Italia, ma senza scontri di rilievo.
Lanciano proclami sulle bande larghe della rete gli indignati, si raggruppano in diverse sigle fino a oggi sconosciute, e hanno tutti facce da ricercatori, studenti universitari, lavoratori a cottimo. Hanno gli occhi di coloro che non riescono a mettere a fuoco un orizzonte che non c’è. Occhi che hanno smesso di sognare, fino a definirsi la generazione degli “esclusi dai diritti e dal benessere”. Danno una concretezza politica alle loro parole, parlano di un patrimonio dilapidato da una classe dirigente corrotta, ma quando toccano le piazze il rischio è che l’epilogo sia lo scontro fisico con la polizia e i carabinieri.
Come ieri mattina a Bologna, davanti alla sede della Banca d’Italia: l’obiettivo dei manifestanti, semplicemente indignati nonostante le esperienze di ognuno di loro e il percorso siano diversi l’uno dall’altro, era quella di far recapitare una lettera al governatore di via Nazionale. Ma se a Milano le poche righe sono state consegnate (ovviamente in maniera simbolica) e tutti se ne sono tornati a casa, a Bologna lo scontro è diventato fisico dopo appena 17 minuti di corteo.
È bastato avvicinarsi alla sede della banca centrale per far saltare i manganelli e colpire, anche al volto: è successo così che una ragazza, 23 anni, è rimasta a terra, ferita in maniera seria.A quel punto il corteo ha smesso di essere tale e si è trasformato in guerriglia. Prima con il lancio di uova, palloncini carichi di vernice e petardi contro gli agenti in assetto antisommossa. Poi il corteo, con una mossa evidentemente poco prevista e prevedibile, è riuscito a forzare gli uffici giudiziari del centralissimo vicolo Monticelli, la sede della Corte d’Appello.
La polizia è rimasta a guardare quando un centinaio di ragazzi è salito e ha sfondato le porte dell’ufficio dove vengono notificati gli sfratti: alcuni faldoni sono volati dalla finestra, altri sono finiti chissà dove insieme ai manifestati. Obiettivo raggiunto, corteo sciolto: “Per una volta abbiamo fatto volare gli sfratti e non gli sfrattati”.Seguiranno le indagini della magistratura, la lettura dei filmati della Digos, lunghe liste di indagati, ma loro quello che volevano lo hanno raggiunto.
“Abbiamo reagito con violenza perché siamo stati attaccati senza motivo”, dicono. “Dopo pochi minuti sono iniziate a volare le manganellate, a quel punto poteva accadere di tutto, e di tutto è accaduto”. Diversa la situazione a Roma, dove nel tardo pomeriggio i manifestanti hanno tappezzato i blindati della polizia con la loro lettere destinate a Draghi e chiesto di poter essere ricevuti da Napolitano perché si faccia “garante della Costituzione contro i tagli previsti dalla manovra”.
Anche a Roma lo scontro fisico è stato evitato. A Napoli, addirittura, la protesta è finita con una spaghettata di piazza.Resta da chiedersi cosa accadrà sabato, dove a Roma è in programma un altro corteo, denominato “Yes We Camp”, perché – dicono – “a casa non si torna”. Saranno lì insieme a persone che si daranno appuntamento nelle più grandi città europee, a partire da Londra, dove è annunciata l’occupazione della Borsa, il London Stock Exchange.
E questa volta gli Indignados si porteranno appresso, oltre alle sigle che li rappresentano, anche chi vive di cortei, a partire dai black bloc. I timori sono quelli di un nuovo 14 dicembre, quando la manifestazione degli studenti si trasformò in un assedio ai palazzi del potere.L’ autorità – intesa come ministero dell’Interno – ostenta sicurezza, ma in realtà sono giorni che il ministro Roberto Maroni chiede informative e rapporti di polizia. Non ha ancora dato una direttiva chiara, il ministro, ma c’è una zona rossa, tra palazzo Chigi, piazza del Parlamento e via del Senato, che non deve essere oltrepassata.Il sindaco di Roma Gianni Alemanno assicura che ci sarà da parte delle forze dell’ordine un atteggiamento flessibile, ma molto attento. Flessibilità per garantire a coloro che vogliono manifestare la possibilità di farlo, attento perché non ci sia un blocco della città.