Berlusconi è in aula, con la mascella alta, circondato dai suoi inutili ministri. Il più vicino, da un lato è Bossi, intento a osservare il vuoto. Dall’altro, giustamente spalla a spalla, il ministro Romano, il più vicino alla mafia. Ma questo conta: Berlusconi è in aula, quando, dieci minuti prima delle sei del pomeriggio, la maggioranza non c’è. Manca un voto. Puoi scherzare sul fatto che il voto mancante si è materializzato un istante dopo (lungo boato e applauso delle opposizioni e Berlusconi immobile, in silenzio, senza espressione) quando Tremonti, che non aveva votato, è entrato in aula.
Ma il voto non c’era. Ed è un dramma a cui valeva la pena di partecipare, dopo tanti anni di dominio di una corte corrotta, servile, immensamente dannosa. Eccoci dunque di fronte a Berlusconi battuto, una faccia color arancione, una testa tinta di marrone che sembra bloccata anche nel minimo movimento. Finché si alza di scatto, sbatte la sedia, urta Tremonti e va via da solo in un uragano di applausi che segnano ciò che è accaduto: il voto non si può ripetere e non si può correggere. È stato cancellato l’articolo 1 della legge sul bilancio dello Stato, dunque tutta la legge.
È un voto che non si può ripetere né una legge che può aspettare. Tutti i ministri del più penoso governo nella storia repubblicana sembrano inghiottiti dalla disattenzione. Bossi va via per suo conto e nessuno nota nessuno, a quello che era il banco del governo. Devi guardare la parte destra del Parlamento. Quei deputati, che da settimane danno segni di impazienza un po’ disperata, si sono trovati di fronte a un uomo che era tutto fino a un istante prima e che un solo voto ha trasformato di colpo in un peone, solo e senza notizie sul dove andare e che cosa fare. Non è sua la dichiarazione “è solo un guasto tecnico”. Bonaiuti è di quegli attendenti che restano accanto al capo anche sotto le ultime cannonate, e detta le ultime parole. Gli altri non puoi dire che escano. Piuttosto si sfilano, passano in fretta e di profilo attraverso la porta evitando persino i commessi, pericolosi testimoni di ciò che è accaduto.
È accaduto che all’improvviso, alla presenza di Berlusconi, non c’è più la maggioranza. Non sappiamo quali espedienti saranno tentati per dimostrare che non è vero. Ma è vero, io c’ero.
da Il Fatto Quotidiano del 12 ottobre 2011