Prima di tutto le scuse: quelle che dobbiamo agli abbonati, da ieri alle prese con problemi di ogni tipo nello scaricare il pdf, e quelle dovute nostri 400.000 utenti. Il varo della seconda versione del sito de ilfattoquotidiano.it è difficile. Ormai da 48 ore i tecnici e la redazione stanno lavorando senza sosta (e senza dormire) per chiudere le falle e tenerci a galla.
Da questa mattina ha ripreso a funzionare la pagina abbonati, tra poco reinseriremo un link da cui sia possibile anche il log out da sito, e i problemi più grossi (anzi enormi) restano nell’aggiornamento dei contenuti. Di fatto siamo riusciti finora a pubblicare pochissimi articoli.
Per capire cosa ci blocca abbiamo tolto progressivamente molte delle funzionalità previste dalla nuova release. La situazione è migliorata, ma di poco. In redazione stiamo anche discutendo se sia il caso di tornare indietro alla vecchia versione de ilfattoquotidiano.it e prenderemo, eventualmente, questa decisione nelle prossime ore.
Ai navigatori chiediamo per il momento una sola cosa: restateci vicini. E sopportate, se vi è possibile, i molti disguidi. Sappiamo bene, per esempio, che il sistema con cui vengono adesso commentati i post non è funzionale. Lo era originalmente, ma gli interventi effettuati per evitare di farci affondare hanno modificato (in peggio) le cose.
La nostra intenzione è di rimontare tutto a poco a poco, verificando tutti i passaggi. Ma ci vuole tempo.
Ovviamente, visto che la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo, tutto questo avviene in ore cruciali per il futuro del Paese. L’incidente di percorso che da tante settimane era nell’aria è arrivato. Il governo ieri è andato sotto nella votazione dell’articolo uno della legge di bilancio. Adesso Silvio Berlusconi rischia davvero. Ci sono notizie e retroscena da raccontare. Ci sono analisi e (persino) qualche soluzione da proporre.
Noi vogliamo esserci. E ci saremo. Se ancora il sito non sarà ancora a regime, per dire come stanno le cose useremo facebook e twitter. Insomma resistiamo. Fatelo, se potete, anche voi.
Post Scriptum: Questa mattina Gildissima, una nostra gentile lettrice, dopo aver tentato inutilmente di contattare la segreteria di Roma e non avendo ricevuto risposta a una serie di mail che, proprio a causa dell’emergenza, nessuno aveva potuto leggere, ci ha segnalato in modo curioso un brutto problema. A causa di una falla nel sistema era riuscita a entrare nel nostro back end da cui diceva di aver scaricato un elenco di 2500 utenti (privo dei dati delle password e delle carte di credito, che non sono da noi detenuti). L’elenco è stato da lei immediatamente distrutto. La lettrice, per comunicarcelo e attirare la nostra attenzione, ha pubblicato una notizia in ultim’ora sul nostro sito (sempre tramite la falla). A quel punto siamo riusciti a contattarla e l’abbiamo ringraziata. Dopo mezz’ora la falla è stata chiusa. Quanto è successo è spiacevole. Ma comunque, vista la disponibilità dimostrata da Gildissima ci sentiamo un po’ sollevati. Il suo intervento ci ha consentito di intervenire per rimettere al sicuro i dati.
Solo un appunto: ho assistito personalmente alla telefonata tra lei e il nostro tecnico. Nel riassunto di quanto accaduto pubblicato da Linkiesta c’è un’imprecisione che sento di dover rettificare (dopo averne parlato per telefono con Gildissima). Non le è stato detto che “non è reato mettere a disposizione dei dati personali, ma solo venderli”. Le è invece stato detto che non è un reato “avere un buco nel sistema, ma diffondere dei dati”.
Sull’accaduto ho comunque immediatamente provveduto a presentare un esposto all’autorità giudiziaria e per questo solo ora riesco a scrivere questo post scriptum.
Agli utenti e agli abbonati non posso che rinnovare le mie scuse.