Allora, era vero amore. Chi era convinto che Samuel Eto’o, il bomber camerunense che nella passata stagione in maglia neroazzurra è stato capace di mettere insieme 37 reti, avesse detto basta all’Inter di Moratti per trasferirsi in Daghestan perché la maglia conta sempre meno, molto meno del denaro, probabilmente si sbagliava. Secondo i bene informati, ieri il fuoriclasse di colore avrebbe telefonato al patron di via Turati per proporgli un affare che suona più o meno così: “Caro presidente, nei mesi di gennaio e febbraio il campionato russo si ferma, cosa ne dice se tornassi a giocare nella sua squadra in quel periodo?”.
Apriti cielo. La proposta che non ti aspetti e che nasconde un carico di guai mica da ridere. Perché Eto’o non è un giocatore qualsiasi. E’ un fuoriclasse che può cambiare da solo gli equilibri di una gara. Con lui in campo, l’Inter ha vinto tutto quello che poteva vincere. Vero, c’erano al suo fianco molti altri campioni, ma l’attaccante africano ha un talento che sul mercato vale oro. Ecco, appunto. Eto’o si è traferito all’Anzhi nello scorso mese di agosto nell’ambito di una trattativa che ha fatto benissimo alle casse neroazzurre e ancora meglio a quelle del giocatore (ora guadagna più o meno il doppio). Come è pensabile che il presidente Kerimov, ultramilionario della Russia che macina denaro grazie alle risorse energetiche, lasci andare il suo nuovo gioiello come se niente fosse?
Perché stando agli accordi in essere oggi, Eto’o continuerebbe ad essere pagato dall’Anzhi anche durante la pausa invernale. Dunque, ricapitolando, giocherebbe in Italia, in un campionato difficile che presenta discrete possibilità di rimediare infortuni più o meno importanti, a spese di Kerimov. Roba da non crederci. Anzi, senza dubbio improbabile per questioni di logica e di buon senso. Per rendere possibile una simile operazione, sarebbe necessario rivedere l’intera struttura del contratto. Che, come minimo, prevederebbe un’assicurazione monstre per salvaguardare un patrimonio che potrebbe svalutarsi a causa di uno sgambetto malandrino.
Le regole lo permetterebbero. Il mercato russo riapre ad inizio gennaio e fa il paio con quello italiano. Secondo l’Uefa, un giocatore può collezionare un massimo di tre trasferimenti nell’arco della stessa stagione, ma soltanto tra due squadre. Come dire, andata e ritorno e ancora andata. Fine, nulla di più. Proprio quello che capiterebbe al bomber camerunense. Cosa cambierebbe ad Eto’o? Forse nulla sotto il profilo economico. Perché da una parte o dall’altra, lui continuerebbe a percepire lo stipendio pattuito con i russi. Ma che gioia il ritorno a Milano. Lontano dal gelo che si respira in riva al Mar Caspio e a due passi dalle vetrine della città della moda, uno spasso per la sua signora.
Altro guaio da non sottovalutare. Cosa raccontare agli attaccanti interisti attualmente in rosa per giustificare il ritorno del campionissimo che li condannerebbe quasi certamente alla panca a rotazione? Già, perché se Eto’o arriva ha la maglia da titolare assicurata. E Pazzini, Forlan, Zarate e Milito? Beh, loro vengono dopo e giocherebbero alla bisogna, quando serve, quando si può. Insomma, fatti due conti, la telefonata di Eto’o pare possa provocare più noie che fortune. Ma al cuor non si comanda. Il popolo neroazzurro ama il panterone. Che oggi, sarebbe tanto felice di ricambiare tanto affetto. Si può fare?