Il primo, capo degli ispettori del ministero della Giustizia, è coinvolto nell'inchiesta P3. Al secondo, oggi assessore comunale a Napoli, si imputa di essersi candidato proprio lì dove aveva esercitato la professione. Reazione di fuoco del Guardasigilli: "Se non mi fossi già dimesso chiederei oggi stesso la cancellazione del mio nome dal sindacato delle toghe"
Il collegio dei probiviri dell’Associazione Nazionale Magistrati ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti di Arcibaldo Miller, capo degli ispettori del ministero della Giustizia, e di Giuseppe Narducci, magistrato e attualmente assessore comunale per la sicurezza a Napoli.
I due sono stati convocati dall’associazione dei giudici per il prossimo 22 novembre. Il nome di Miller compare nell’inchiesta sulla P3, motivo per il quale il capo degli ispettori di via Arenula è tenuto sotto stretta osservazione anche dal Consiglio Superiore della Magistratura, che di recente ha preso anche in considerazione l’ipotesi di una sua revoca dall’attuale incarico. In particolare Miller avrebbe partecipato ad un pranzo in casa di Denis Verdini, al quale erano presenti anche Marcello Dell’Utri e il magistrato Antonio Martone. In quella sede si sarebbe discusso del lodo Alfano, ma anche della nomina di Alfonso Marra a presidente della Corte d’appello di Milano.
A Narducci invece si contesta la violazione dell’articolo 8 del codice deontologico dell’associazione che stabilisce che i magistrati devono evitare di assumere incarichi politico-amministrativi negli enti locali nel territorio dove hanno esercitato la funzione giudiziaria.
Molto dura la reazione del Guardasigilli Francesco Nitto Palma. Appresa la notizia del provvedimento del sindacato delle toghe nei confronti di Miller, il titolare della giustizia ha dichiarato: “Se non avessi già presentato le mie dimissioni dall’ordine giudiziario comunicherei oggi stesso la revoca della mia iscrizione all’Anm e della contestuale delega sullo stipendio al pagamento della quota associativa”. Poi, ribadendo un concetto espresso già ieri, ha aggiunto: “Sul capo degli ispettori registro una smisurata attenzione di recente, a distanza di un giorno e di tre giorni dalla data delle firme delle inchieste ministeriali a Napoli e a Bari “. Le parole del ministro lasciano poco spazio alle interpretazioni: la decisione di disporre un’ispezione nelle procure di Napoli e Bari, le due procure da cui sono partite le indagini sull’affaire escort e sul giro di denaro tra Silvio Berlusconi, Valter Lavitola e Gianpaolo Tarantini, avrebbe suscitato, secondo il ministro, attenzione eccessiva.
“Sarà senz’altro una coincidenza, ma – ha osservato il Guardasigilli – mi chiedo come mai l’Anm non abbia adottato tale iniziativa in tempi precedenti, se si vuole anche il giorno dopo che il procuratore generale della suprema Corte di Cassazione ha archiviato il procedimento disciplinare nei confronti di Miller, affermando l’inesistenza di qualsivoglia tipo di illecito disciplinare”. E ha aggiunto: “Non comprendo come mai l’Anm, in ossequio al suo codice etico, e a fronte di molteplici dichiarazioni di stampa di sicura apprezzabilità, non abbia ritenuto di dover attivare il collegio dei probiviri per altre questioni, limitandosi, a tacere di Giuseppe Narducci, a prestare attenzione solo ai casi dell’onorevole Papa e del presidente Miller”.