Politica

Santanchè versus Libertà e Giustizia

Da un punto di vista di tecnica della comunicazione, Daniela Santanchè fa un ottimo lavoro. All’interno di un partito allo sfascio, è presente ovunque nei programmi tv di destra e di sinistra, offre allo spettatore medio pigro e passivo, un’immagine di donna attiva, forte, che sa il fatto suo. Non porta dati, fatti, spiegazioni, ma nel circo televisivo che ci viene proposto da trent’anni, nessuno pare accorgersene. quindi da un punto di vista di forma e non di contenuto, Santanchè è abile.

Dimostra di conoscere il target a cui si sta rivolgendo, una massa di qualunquisti, resi tali dal vuoto televisivo. Non ha obbiettivi maieutici, le basta ottere consenso e di conseguenza si comporta.

Sabato a Milano c’è stato l’incontro di Libertà e Giustizia: migliaia di persone si sono radunate condividendo lo slogan: Ricucire l’Italia. Zagrebelski, Saviano in collegamento, De Monticelli, ecc.
Questo è il video di Roberta de Monticelli.
A chi si rivolge? Cioè chi è il suo target di comunicazione?
Che obbiettivi si prefigge?

Affronto qui un tema spinoso e dibattuto: la differenza tra affermare chi si è, orgogliosi della propria cultura e status, e l’umiltà prevista da chi si vuole mettere in relazione con il mondo. Credo che l’intellighenzia italiana stia commettendo un errore madornale: non volere capire che è tempo di rendere i propri messaggi divulgativi. Si può anche ritenere che conoscere Dante salverebbe il mondo, sarei anche d’accordo, ma se davanti a noi c’è un Paese che presenta dati di analfabetismo di ritorno preoccupanti, vedi i dati di Tullio De Mauro, è necessario TROVARE PAROLE CHE RAGGIUNGANO IL PUBBLICO A CUI VOGLIAMO RIVOLGERCI.
In altro modo sarà necessario cambiare il titolo della manifestazione e i suoi obbiettivi: non si ricuce l’Italia parlando di Dante con linguaggio comprensibile a pochissimi. Allora si potrà invece affermare che ci si vuole trovare tra colti per discutere di questa “nave senza nocchiero in gran tempesta”. Nessuna possibilità di ricucire un Paese senza linguaggio faticosamente indirizzato a chi si deve mettere in azione per ricucire.

E’ quello che ripetiamo da tempo attraverso il lavoro di analisi della televisione che da due anni portiamo nelle scuole.

Non c’è più tempo e gli intellettuali ne prendano coscienza: mentre la Santanchè raggiungeva 150mila visioni sul sito di Repubblica con la sua ultima esternazione: “il partito della gnocca è un idea del c…o”, i partecipanti allla manifestazione di liberta e giustizia faticavano a raggiungerne poche migliaia. Mi si dirà che questi dipendenti dai video sono irrecuparabili? Non credo, anzi affermo che non è così. Basta avere l’umiltà di VOLERSI METTERE IN RELAZIONE, adattando il proprio linguaggio a chi ci si trova di fronte. E’ quello che sta alla base del nostro lavoro Nuovi occhi per la Tv: non serve affermare “spegnete la tv” poichè la tv è un diritto. Serve educare ad una corretta visione della televisione.
In altro modo daremo, e il pericolo è evidente ed enorme, sempre piu spazio agli abili comunicatori di nulla. Che sanno però come parlare alla gente.